ROMA (ITALPRESS) – “Con la caduta di Assad si apre una transizione difficile e piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall’altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini: Libano, Iraq, Israele, Arabia Saudita, che non è confinante ma vicina, e Turchia”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa: “Questo contesto regala potere a Erdogan, uno pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità UE per puntare all’ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l’industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull’industria UE”.
Dopo il collasso siriano, la situazione in Libano secondo Crosetto: “Condizioni disperate da tempo. Con la caduta del regime siriano e la crisi di Hezbollah, innescata dalla guerra di Israele, il quadro peggiora. E noi dobbiamo difendere, senza mollare di un punto, la tregua a Sud, o rischiamo scenari apocalittici”.
Ecco perché il ministro chiede di cambiare le regole d’ingaggio: “Non ci deve essere una sola arma di Hezbollah nella zona blu: o lo garantisce la coalizione Onu, o Israele coi carri armati. Lo dico da mesi, ma ora nessuno può far finta di non vedere. L’Italia deve affrontare seriamente il tema dell’aumento delle spese militari al 2% del PIL, e non nascondersi. Noi dobbiamo difendere l’Italia, preparandoci ad affrontare crisi anche dure”.
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