Crisi idrica, lavorare in prospettiva con progetti strutturali
L’assessore regionale all’Ambiente incontra i vertici di Anbi Piemonte per concertare un’azione comune con tutti gli attori che gravitano intorno alla “risorsa acqua”. Sul tavolo la costituzione degli “Stati generali dell’Acqua” e di un comitato permanente
Ci si avvia ad archiviare l’estate del 2022 come la seconda estate più calda degli ultimi 70 anni e una delle più siccitose. Quel che, tuttavia, non si può archiviare, come fosse un capitolo chiuso, è il problema dell’emergenza idrica, quello con cui ci si è trovati drammaticamente a fare i conti nei mesi passati per le pesanti ripercussioni soprattutto sul comparto agricolo.
Ed è in questo scenario, che al momento non farebbe presupporre significative inversioni di rotta nei prossimi anni, che si innesta l’imperativo dell’analisi e della “programmazione”.
Programmare, dunque, per dare una risposta strutturale e non emergenziale affrontando il problema sotto ogni possibile sfaccettatura e con tutti gli attori che gravitano intorno alla “risorsa acqua”.
E proprio per gettare le basi di una collaborazione nell’ottica di un’azione improntata alla sinergia che questa mattina l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica, ha avuto un primo incontro preliminare con i vertici di Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni) Piemonte, il presidente Vittorio Viora e il direttore Mario Fossati.
Obiettivo dell’azione sinergica: mettere a fattor comune tutte le informazioni raccolte, analizzare scenari e possibili soluzioni, affrontare tutte le tematiche connesse. In una parola: fare quadrato, ciascuno per la propria parte, per dare risposte a quella che si è configurata come una vera e propria urgenza.
Continua l’impegno per programmare una strategia regionale, sottolinea l’assessore, e tra le prime azioni la convocazione degli “Stati generali dell’acqua” declinati sui tre segmenti principali, uso potabile, agricolo e settore idroelettrico, articolati in tavoli tematici con la partecipazione di tecnici ed esperti nei vari settori, chiamati ad esaminare e proporre possibili soluzioni ed interventi modulati sul breve, medio e lungo periodo. Una sorta di “summit” aggiunge, dal quale far scaturire un documento regionale da sottoporre al Governo e sulla cui base arrivare alla costituzione di un comitato permanente per la tutela delle acque piemontesi.