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“Il lavoro sommerso ed il caporalato sono un problema, oltre che per lo Stato e per i lavoratori dipendenti, anche per le imprese agricole in regola, che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro” ha commentato il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello, dopo la riunione che si è tenuta ieri al Ministero delle Politiche agricole sul Piano di azione per il contrasto al caporalato e al lavoro irregolare in agricoltura, cui ha partecipato il presidente nazionale Mario Guidi.

Confagricoltura condivide la volontà di dare mandato alla Cabina di regia che sovrintende alla “Rete del lavoro agricolo di qualità” per varare proposte e progetti per trovare una soluzione al problema.

“La “Rete del lavoro agricolo di qualità – ha detto il direttore provinciale di Confagricoltura Valter Parodi  – è uno strumento importante, che va nella direzione giusta perché consente di selezionare le aziende virtuose. Le nostre imprese vi aderiranno certamente. Ha però bisogno di una fase sperimentale, in cui mettere a punto i parametri, soprattutto quelli economici, prima di diventare pienamente operativa”.

Confagricoltura ha sempre prestato attenzione al deprecabile fenomeno del lavoro sommerso, anche attraverso la sottoscrizione di ben quattro avvisi comuni (nel 2004, nel 2007, nel 2009 e nel 2012) con le organizzazioni sindacali dei lavoratori finalizzati  al suo contrasto e con l’introduzione di norme che favoriscono forme di flessibilità regolari nel contratto collettivo nazionale per gli operai agricoli, firmato nello scorso mese di ottobre.

In materia di vigilanza, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli non si sottrae all’introduzione di nuove sanzioni, oltre a quelle, numerose, che già esistono, ma auspica soprattutto una migliore attività di intellingence da parte degli Organi di vigilanza nella selezione delle aziende da ispezionare e una maggiore attenzione alle violazioni più gravi, rispetto alle irregolarità formali.

Sarebbe auspicabile, infine, che la politica agricola e quella del lavoro agricolo, fossero introdotti elementi di premialità per le aziende più virtuose.

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