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A seguito della mia lunga esperienza di manager in aziende private, posso affermare senza tema di essere smentito, che la condivisione e il dialogo con gli interessati, in particolare sulle questioni importanti è indubbiamente un modello funzionale e sopratutto vincente. A questo proposito prima di prendere una decisione importante organizzavo un brain storming con i collaboratori (solitamente una decina di Capi area) ai quali presentavo le mie proposte invitandoli ad esprimere le loro opinioni in merito, si apriva così un dibattito al termine del quale normalmente si perveniva ad individuare soluzioni condivise, che a volte modificavano anche in modo sostanziale le proposte iniziali messe in discussione, in caso contrario decidevo unilateralmente, dato che in ogni modo si doveva procedere senza indugi.
Nella fase successiva ogni Capo area incontrava in convention gli agenti di competenza per presentare i piani commerciali e marketing definiti, che gli stessi in seguito dovevano mettere in pratica con i clienti per consentire all’azienda di raggiungere i target prefissati a livello nazionale. A volte capitava che anche in questa fase emergevano indicazioni utili che prendevo in considerazione modificando le istruzioni iniziali con l’invio di nuove circolari di vendita.
Se questo metodo funziona in un’azienda privata, a maggior ragione può e deve essere applicato nei limiti del possibile, e ovviamente esclusivamente per decisioni importanti, anche nella pubblica Amministrazione.
A questo proposito da tempo si sta discutendo sulla necessità di ripristinare i Consigli di quartiere, uno strumento di democrazia indispensabile per far si che i cittadini non si limitino ad essere solo spettatori influenti ma partecipino in prima persona e in modo attivo alle decisioni della Pubblica Amministrazione in merito a temi che riguardano la città e quindi la vita degli stessi.
In buona sostanza vanno definite e soprattutto messe in pratica, forme di partecipazione territoriale per condividere le responsabilità e prendere le decisioni giuste per governare con il consenso di chi ha concesso il mandato per gestire la cosa pubblica.
Occorre tenere presente che il concetto di base fondamentalmente è lo stesso, nel privato le ricerche di marketing sono finalizzate ad individuare e soddisfare i bisogni dei cittadini consumatori, mentre nel pubblico non va mai dimenticato che gli azionisti ai quali si deve rispondere sono solo e sempre i cittadini.
Purtroppo invece nella Pubblica Amministrazione a volte e si prendono decisioni unilaterali (senza preventivamente informare gli interessati) anche su questioni importanti, che poi inevitabilmente determinano contrasti e polemiche (più o meno giustificate) ma che in taluni casi possono diventare eccessive e soprattutto utilizzate dalla politica in modo strumentale.
Ovviamente se sussiste l’opportunità di ottenere un finanziamento dall’Unione Europea e/o dalla Regione da investire sul territorio è giusto coglierla, ma facendo attenzione a seguire una prassi che per quanto possibile eviti successivi sviluppi polemici.
Pier Carlo Lava

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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