Senza volere strumentalizzare con indicazioni di questa o quella struttura, in questo 2023 la scabbia è all’ordine del giorno nelle strutture per anziani della Provincia di Alessandria, e temiamo non solo qui. È ormai da parecchio tempo che ci giungono notizie di strutture per anziani (pubbliche e private) in cui gli ospiti sono colpiti dalla scabbia.
Una malattia che, storicamente per sua natura, colpisce persone in condizione di scarsa igiene e poca assistenza sanitaria.
Questo succede, come denunciamo da tempo, perché l’Accreditamento Regionale, per problemi di costi di gestione, lesina in misura inaccettabile l’assegnazione del personale con definizione dei tempi di cura assolutamente limitati e quindi inadeguati e i gestori delle Strutture sono più propensi al Profitto che al mantenimento di un servizio che non sia peggiorativo della vita e della salute di ospiti e Operatori.
Questo riguarda l’igiene di persone che sono quasi totalmente non autosufficienti per malattie croniche degenerative. Anche la cura sanitaria, proprio perché rivolta a persone non autosufficienti, è del tutto saltuaria, inadeguata per tempo e qualità del servizio garantito.
La cronica e risaputa carenza di personale infermieristico e di operatori sociosanitari rende la qualità dell’assistenza estremamente scarsa, con pesanti ricadute sul livello di cura: si riscontrano malattie infettive, compreso casi di scabbia, la cui gestione è assolutamente approssimativa.
I nostri delegati hanno più volte segnalato ai propri responsabili la gestione approssimativa dell’emergenza, senza mai ricevere risposte e azioni adeguate.
Teniamo a precisare che, oltre gli anziani, la scabbia ha colpito anche gli operatori, situazione di cui anche gli organi dell’ ASL di Alessandria sono a conoscenza.
Manca spesso tutto, l’inadeguatezza e arretratezza degli spazi, l’impossibilità di adottare azioni efficaci d’isolamento soprattutto nei confronti degli anziani affetti dall’Alzheimer, dimostrazione che i casi il cui rischio di diffusione è elevato, come la scabbia, debbano essere trattati direttamente dal Sistema Sanitario attraverso il ricovero presso reparti di malattie infettive, in ambienti e condizioni adeguate.
Abbiamo situazioni in cui la trasmissione d’ informazioni al personale avviene in maniera confusa e contraddittoria, questi si ritrova costretto ad affrontare i problemi mettendo in atto azioni ai limiti dell’improvvisazione.
Ad esempio, un fattore che rende le RSA obsolete, è la mancanza del medico di struttura che sia presente preparato e facilmente reperibile.
L’esiguità e l’inefficacia dei controlli attuati dagli organi competenti crea una “vulnus normativo” in tutte queste strutture dove le stranezze o le interpretazioni farlocche delle normative sono all’ordine del giorno e all’occhio di tutti.
A tutto questo, per porre rimedio, CSE SANITA’ rivendica da sempre, la necessità che le residenze per anziani siano gestite direttamente dal Sistema Sanitario Nazionale, perché innanzi tutto gli ospiti sono “non autosufficienti” perché soggetti di malattie croniche degenerative e ciò serve per affrontare al meglio e tempestivamente determinate criticità, attraverso l’impiego degli strumenti adatti e preparazione necessaria, per poter offrire le cure adeguate e la tutela dei lavoratori, condizioni ad oggi inesistenti.
Ci si è scordato che nel recente passato il Covid ha mostrato prepotentemente questa inadeguatezza. Per questo lavoratrici e lavoratori da tempo denunciano le responsabilità delle istituzioni, Regione, Comuni e ASL.
Coordinamento Regionale CSE SANITA’-FLP
Stefania Gallo