Sempre più spesso le cronache quotidiane riportano casi di aggressioni da parte dell’utenza contro gli operatori sanitari: l’ultimo è di qualche giorno fa presso il Pronto Soccorso di Casale Monferrato. La soluzione prospettata di reintrodurre presidi di polizia nei Pronto Soccorso, è forse necessaria ma sicuramente non risolutiva.
Negli ospedali Pubblici esistono altri generi di “violazioni” quotidiane nei confronti degli operatori sanitari: quella da parte di chi dovrebbe tutelare la salute psicofisica dei dipendenti, cioè le aziende sanitarie.
Sono all’ordine del giorno, sotto gli occhi di tutti i Politici, Politicanti e i “soliti noti”, a continue dimissioni dai posti di lavoro a tempo indeterminato nel SSN o rinunce ad assunzioni.
Non è più un lusso lavorare nel pubblico impiego per gli stipendi bassi (sotto qualsiasi soglia europea), CCNL o Accordi di Secondo livello al ribasso, carenze di personale ed organizzative.
Ci occupiamo quotidianamente di sicurezza sul lavoro e possiamo assicurare che, nel campo della sanità pubblica, molte parti del D.Lgs.81/08 non vengono applicate, nessuno controlla (chi controlla il controllore?), e chi ne chiede il rispetto viene spesso fatto oggetto di ritorsioni.
È compito del sindacato tutelare la salute psicofisica degli operatori sanitari e dovrebbe esserlo anche della politica.
L’Aso AL negli scorsi mesi ha attuato delle prime azioni preventive e risananti per questo fenomeno, siglando un protocollo di intesa con Prefettura, Questura, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, ma ha soprattutto attivato concretamente il proprio Servizio di Psicologia. Tali azioni non hanno risolto tutti i problemi, ma di sicuro sono servite a fronteggiare la problematica. Purtroppo, però, non ha imitato l’Asl Al nonostante la vicinanza delle due direzioni generali.
Rafforzare dove sono presenti e creare dove assenti, equipe di psicologi specializzati attivabili a chiamata in caso si percepisca tensione e pericolo, rinforzare il supporto psicologico stabile dei reparti più a rischio, aumentare e/o rendere fissi i presidi di forze dell’ordine negli Ospedali sono gli strumenti necessari ora.
E’ per questo che la CSE SANITA’ ha richiesto per iscritto, evitando le mere azioni propagandistiche di Altre Organizzazioni Sindacali e Forze Politiche, alle Aziende del SSN, ai Consiglieri di Fiducia e ai CUG un’immediata presa di posizione per attuare strumenti riparatori e preventivi delle violenze sul lavoro.
Tutto il personale del comparto sanità dal primo all’ultimo deve essere trattato concretamente ed ufficialmente come “Eroi” e non “spugne da spremere”.
Ricordiamo che applicare ed attuare il CCNL SANITA’ e il D.Lgs. 81/08 è un obbligo di legge!
Coordinamento Regionale CSE SANITA’-FLP
Stefania Gallo