La sfida portata avanti con successo da Coldiretti legata alla biodiversità, alla trasparenza e alla rintracciabilità delle produzioni per la filiera di qualità 100% italiana per contrastare una crisi della produzione agricola dovuta alla presenza crescente di prodotti importati: sono state queste le tematiche di cui si è parlato oggi durante la presentazione dell’indagine Coldiretti/Ixe’ illustrata in occasione dell’incontro su “Le vacanze tra cibo e cultura con i superfood della nonna” nell’anno dedicato dall’Onu al turismo sostenibile.
L’incontro di oggi ha sottolineato come circa un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, con una decisa svolta verso prodotti ad alto valore salutistico nell’estate 2017.
Quanti italiani acquistano superfood? Un italiano su quattro ha acquistato almeno qualche volta durante l’anno i superfood, cioè i prodotti alimentari ai quali vengono associati specifiche proprietà salutistiche, con l’Italia che può offrire una valida alternativa ai prodotti esotici come dimostra la prima esposizione dei supercibi della nonna, dalle carote viola alla patata turchesa, dalla roveja di Cascia ai fagioli del purgatorio. .
“Questi cibi sono tornati sulle tavole degli italiani grazie all’impegno dei nostri imprenditori agricoli che li hanno salvati dal rischio di estinzione, e alla domanda dei consumatori attratti dalle loro sorprendenti proprietà salutistiche e nutrizionali. Oltretutto si tratta di prodotti sicuri e genuini per la salute dei consumatori, rispetto a quelli, ad esempio fagioli azuchi o zenzero, provenienti dai Paesi stranieri, come India e Cina, che si trovano ai vertici mondiali per i rischi di contaminazione e di insicurezza alimentare. La difesa, quindi, della biodiversità non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole locali e, in quest’ottica, è fondamentale l’attività svolta dalla Fondazione Campagna Amica che ha offerto opportunità e nuovi sbocchi economici agli imprenditori agricoli che allevano razze e coltivano varietà a rischio di estinzione che, altrimenti, non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.