C’era anche una delegazione di allevatori alessandrini ieri a Roma per dare il benvenuto nella Capitale all’Igp dei Vitelloni Piemontesi della Coscia.
La presentazione, moderata da Jimmy Ghione di Striscia si è svolta a Palazzo Rospigliosi a Roma, alla presenza del presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo.
Dopo l’ufficialità da parte dell’Unione Europea del riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta, arrivato a seguito di un iter burocratico partito nel 2009 e fortemente sostenuto dagli allevatori di Coldiretti, è stata l’occasione per conoscere ed apprezzare direttamente le caratteristiche della più importante razza bovina da carne Made in Piemonte, nota in tutto il mondo per la sua qualità di altissimo livello.
Una giornata che ha tracciato il percorso che ha portato ad ottenere questo importante risultato. A spiegare il lavoro svolto da Coldiretti presso l’Ue Maurizio Reale, responsabile nazionale di Coldiretti a Bruxelles e ad illustrare le analisi svolte per la sicurezza delle carni italiane Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’agrichef di Campagna Amica Stefania Grandinetti, ha illustrato l’importanza nella tradizione gastronomica del Piemonte della carne di razza Piemontese, facendo scoprire i piatti tipici e i tagli più idonei per preparare le varie ricette, oltre a fornire i consigli per cucinare al meglio la grigliata in vista dell’estate. Presenti la Regione Piemonte, rappresentata dall’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero e dal responsabile del settore promozione Paolo Cumino e tra le varie associazioni quella dei Piemontesi a Roma.
L’Igp va a valorizzare e a tutelare una razza storica, legata fortemente al nostro territorio, il cui allevamento è sempre più diffuso, arrivando a contare 276 mila capi nel 2016. Un risultato frutto di un grande lavoro di squadra tra Coldiretti e tutte le associazioni, quali il Coalvi, l’Anaborapi, l’Arap Piemonte e l’Asprocarne, oltre agli uffici Confederali e a quelli di Bruxelles che hanno permesso un’accelerazione dell’iter burocratico. Un riconoscimento che auspichiamo si possa concretizzare attraverso importanti progetti a beneficio delle imprese e del tessuto economico locale.
Un risultato che garantisce al consumatore tracciabilità ed elevata qualità del prodotto per la sicurezza alimentare.
“Una domanda di trasparenza che occorre estendere dagli scaffali dei supermercato, dove vige l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza per la carne bovina, alle tavole della diverse forme della ristorazione fuori casa dove ormai si concentra oltre 1/3 dei consumi alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino nel sottolineare che “viene dall’estero il 40% della carne bovina consumata senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantita dall’italianità”.