Oggi, 21 giugno, primo giorno d’estate coincide con la giornata più lunga dell’anno.
Viene archiviata così una primavera che si è classificata come la quarta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. Nel complesso la più calda e la più piovosa della media 1981-2010, con rilevanti differenze tra i mesi.
“Si tratta – sottolinea il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – di una conferma della tendenza al cambiamento climatico che si avverte anche in Italia dove la primavera 2018 è stata la quarta più bollente dal 1800 con la caduta del 21% di precipitazioni in più, rispetto alla media del periodo storico”.
L’andamento anomalo di quest’anno si è manifestato con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo.
“Non dobbiamo dimenticare che le precipitazioni primaverili sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l’estate, ma l’acqua – prosegue il presidente Bianco – per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento. La primavera è stata invece sconvolta da nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, trombe d’aria e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo il territorio, procurando con danni ingenti”.
Gli acquazzoni, infatti, aggravano i danni con smottamenti, frane ed esondazioni su un territorio più fragile dove sono 7.145 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale.
Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole a vantaggio dell’abbandono e della cementificazione.