Qualcosa si muove in Cittadella. In attesa di sapere come si regolerà in merito la giunta appena uscita fuori dalle recenti consultazioni elettorali, si comincia a delineare una serie di interventi che modificheranno la fortezza alessandrina negli anni a venire. A riassumerli ci ha pensato lo studio di fattibilità “Alessandria e la Cittadella. Verso un restauro plurale”, commissionato al Politecnico di Torino e finanziato dalla Compagnia di San Paolo.
Una prima parte del lavoro svolto dal polo universitario sabaudo é stata presentata durante un incontro pubblico presso la Caserma Pasubio, a illustrare il tutto é stato l’architetto responsabile Matteo Robiglio. Senza troppi giri di parole, la relazione ha escluso la possibilità di una ristrutturazione completa della Cittadella, a causa delle sue ingenti dimensioni e, di conseguenza, le altrettanto esorbitanti risorse economiche necessarie per portare a termine tale impresa. Appare più realistica, invece, la realizzazione di una “pluralità d’interventi” che vada a risolvere le situazioni più critiche all’interno del bene monumentale. Nello specifico, è prevista una prima fase di lavori che dovrebbe prendere il via nell’estate 2018 per poi durare 5-6 anni, una volta ottenuto il nullaosta da parte della Sovrintendenza. Il complesso degli sforzi ricostruttivi dovrebbe svolgersi senza presagire la chiusura della fortezza per la presenza dei cantieri, neppure per un solo giorno. Si dovrà quindi aspettare quasi un anno per vedere al lavoro gli operai ma ciò non significa che non si sia già iniziato a sondare il futuro campo d’azione, tutt’altro: già negli scorsi mesi, infatti, la stessa Sovrintendenza ha avviato un’attività di ricerca dei muri dello scomparso quartiere Borgoglio, uno sforzo importante non solo per l’impegnativa materia di studio, ma anche per i fondi utilizzati a questo scopo, per esempio i 30.000€ spesi per l’utilizzo di un drone e un laser scanner 3D.
Entrando nei dettagli, si comincerà con la porta reale e la porta di soccorso, quest’ultima immaginata in futuro come la principale via d’accesso alla fortezza in occasione di eventi tra le sue mura. Poi, ci si concentrerà sul Bastione Sant’Antonio (installazione d’impianti elettrici e altri servizi) e la Caserma Montesanto, con interventi che riguarderanno in particolare la Sala d’Artificio (fornitura del riscaldamento, installazione di scale e ascensori, abbattimento delle barriere architettoniche e costruzione di un vero e proprio sistema di fognature).
Stefano Summa
@Stefano_Summa