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Saranno presentati gli interventi relativi a due cisti di 60 chili asportate presso l’Azienda di Alessandria

 

Per la seconda volta le Strutture di Gi­necologia e Ostetricia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e del presidio Ospedaliero di Casale afferente all’ASL AL organizzano un in­contro AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) con autorevoli specialisti regionali, che rappresenta l’espressione concreta della collaborazione tra le due strutture.

Oria Trifoglio spiega la necessità di tale sinergia: “Il convegno propone la presentazione dello stato dell’arte attuale nell’ambito della patologia cistica, alla luce, anche, di nuovi test diagnostici, di nuove molecole terapeutiche, di nuove tecniche chirurgi­che. Molto spesso in Ginecologia ci troviamo ad affrontare la patologia cisti­ca che ci pone sempre di fronte al dilem­ma se si tratti di una patologia benigna o maligna e di decidere quale sia la miglio­re strategia terapeutica per quella don­na. A tutt’oggi disponiamo di un imaging sempre migliore, di un laboratorio clinico che ci può aiutare nella diagnosi ma, purtroppo, talvolta in sala operatoria, incontriamo una patologia border-line o maligna, non diagnosticata”.

All’iniziativa parteciperà anche Fabio Landoni, ginecologo dell’Istituto Oncologico di Milano, per un approfondimento sulla chirurgia oncologica open e robotica. Oria Trifoglio, insieme all’anestesista Maria Grazia Garlasco, presenterà i due casi di cisti “giganti” trattate presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria: in letteratura sono presenti in un arco temporale di circa quarant’anni, quaranta casi. Il record è una cisti di 130 chilogrammi in una donna giapponese, quelle inferiori sono di circa quaranta chilogrammi. Gli interventi che sono stati eseguiti nella struttura alessandrina, in collaborazione con la struttura di Anestesia e Rianimazione diretta da  Fabrizio Racca (presente in sala), erano di circa sessanta chilogrammi. Le due donne su cui è stato eseguito l’intervento pesavano prima di entrare in sala circa 140 chilogrammi, alla dimissione avevano un peso medio di 53 chilogrammi. “Quello che per noi è motivo di maggiore soddisfazione – continua Trifoglio  – è che entrambi gli interventi sono avvenuti con successo e che le pazienti, ormai a distanza di mesi godono di ottima salute, la principale preoccupazione per noi”.

Una sessione sarà dedicata alla dia­gnosi in ambito ostetrico, sia sul versante fetale, sia su quello materno. Infine, si af­fronterà l’analisi dello studio e del corret­to iter terapeutico della paziente infertile.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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