Si torna a discutere della presenza di ungulati e cinghiali sul territorio, con problemi anche di sicurezza, dopo l’episodio dello scorso sabato sera. Nei pressi di Predosa un branco di cinghiali, dopo aver oltrepassato le recinzioni, ha invaso l’autostrada A26 causando un incidente che ha coinvolto cinque mezzi. Nessun ferito nonostante il traffico intenso, uno dei cinghiali è stato ucciso dall’impatto con un’auto.
La Cia di Alessandria aveva avviato, insieme a Confagricoltura Alessandria nel 2013, una petizione sulla limitazione programmata di caprioli e cinghiali che causano ingenti danni all’agricoltura e che costituiscono un pericolo concreto per la popolazione. Era stato chiesto l’intervento agli organi istituzionali (a tutti i livelli) per affrontare la problematica e programmare possibili interventi, ma la risposta non è giunta.
“Come dimostra l’ultimo episodio di cronaca, non si tratta di un problema legato solo all’agricoltura, ma è un fatto che ha ripercussioni pesanti anche sulla sicurezza pubblica” – commenta Italo Danielli, vicepresidente provinciale CIA AL e presidente di zona Ovada – “. Come indicato nella petizione dello scorso anno, vorremmo arginare il problema nella maniera meno invasiva possibile ma adeguata ai danni che crea. Il numero di cinghiali e caprioli è in continuo aumento ed è destinato a crescere ancora. Moltissimi sindaci dei piccoli Comuni avevano appoggiato la raccolta firme perché sono al corrente dei danni che provocano gli ungulati in agricoltura, nei boschi e per le strade. In qualità di agricoltori abbiamo molta consapevolezza dell’ambiente e non si tratta di una battaglia contro gli animalisti, come la politica sostiene con l’intenzione di trascurare il problema. Chi ricopre incarichi di governo ha l’obbligo di intervenire per ripristinare un corretto equilibrio tra le parti. Ma sembra mancare la volontà (e la capacità?) di farlo”.
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