Il 25 aprile 1945 l’Italia si liberava dell’occupazione nazista e finiva il ventennio fascista. Festa della liberazione da un periodo di morte, caduti in guerra, lotte partigiane e un Paese di macerie da rifare. Festa della Liberazione e inizio della democrazia. Numerose le commemorazioni in tutta Italia per ricordare quel giorno e soprattutto il suo significato. Sono passati 68 anni e troppe volte democrazia sembra essere una parola decantata ma priva di contenuto. Quegli italiani sono morti tanti anni fa per un’idea d’Italia diversa da come è oggi. L’Italia “democratica” è quella dell’arroganza dei corrotti e dei corruttori, dei potenti impuniti, dell’ingiustizia sociale, dei colpevoli che applaudono al canuto gentiluomo che li redarguisce quasi a prenderlo in giro: paradosso di un’esteriorità coincidente con una ancor più squallida sostanza. E l’Italia va, non si sa dove, non si sa come, mentre con una corona di fiori commemora quei morti, quegli uomini e donne in bianco e nero di una fotografia del passato, non appartengono più a questo mondo, non perché siano morti ma perché questo mondo non è quello per cui hanno combattuto.
Fausta Dal Monte