L’uomo, fermato dalla Polizia Locale, denunciato per porto ingiustificato di strumento atto a offendere.
La Polizia Locale di Casale Monferrato, nell’ambito deicontrolli delle limitazioni imposte agli spostamenti delle persone, ha segnalato all’Autorità Giudiziaria un italiano di 31 anni, attualmente domiciliato in Occimiano.
Nella mattina di lunedì 4 maggio, durante un posto di controllo effettuato in Strada Asti, gli agenti della Polizia Locale hanno intimato l’alt a un’autovettura sulla quale viaggiavano un uomo e una donna.
Entrambi, sin da subito, hanno assunto un atteggiamento oppositivo al controllo, chiudendosi all’interno dell’abitacolo e mostrando a distanza i propri documenti che, attraverso i finestrini, non permettevano, oltre a una compiuta identificazione, la verifica della autenticità degli stessi.
Nonostante i numerosi inviti a collaborare, i due mantenevano pervicacemente la loro condotta, minacciando oltretutto azioni legali nei confronti degli agenti per abuso di potere.
Ravvisandone i presupposti, è stata così effettuata immediatamente sul posto una perquisizione che ha portato, oltre alla certa identificazione di entrambi, alrinvenimento di una mazza da baseball nel bagagliaio dell’auto; le cui modalità di porto, in considerazione delle circostanze, non apparivano giustificate.
Nel corso della perquisizione la donna ha manifestato un malore e precauzionalmente è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza, che l’ha poi successivamente trasportata all’ospedale Santo Spirito.
L’uomo, accompagnato al comando di Via Facino Cane, è stato quindi denunciato per il porto ingiustificato della mazza, che è stata sequestrata. Essendosi riscontrate anche irregolarità per le modifiche strutturali effettuate sull’auto è stato anche sanzionato ai sensi del Codice della Strada, con contestuale ritiro della carta di circolazione. A carico di entrambi è stata inoltre contestata la violazione alle limitazioni imposte agli spostamenti per assenza di giustificazioni.
«Condotte di questo tipo – ha spiegato il comandante Vittorio Pugno – sono, purtroppo, la conseguenza di emulazioni di video che, in particolare durante la situazione emergenziale causata dalla pandemia, vengono diffusi principalmente sui social. La visione, da parte di alcuni soggetti, porta all’errata convinzione di poter paralizzare le attività degli organi dello Stato, ma l’unica conseguenza è andare incontro a procedimenti penali».