Palazzo Rosso, sede del Comune di Alessandria

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato

In riferimento alla Delibera di giunta 194 del 22/08/2023 che ha istituito un centro d’incontro denominato “Casa delle donne transfemminista queer” il presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia Emanuele Locci ha presentato un’interpellanza con cui si chiede al Sindaco “se ritiene equa e giusta la ristrutturazione e l’assegnazione dei locali ex mensa Guala all’associazione Welcome ODV su progetto “nonunadimeno” a discapito di decine di altre associazioni operanti sul territorio comunale; se ritiene corretto prevedere in futuro di assegnare altri locali in aggiunta a quelli assegnati a discapito ancora di tutte le altre associazioni operanti sul territorio e se invece non fosse più corretto procedere con una procedura di assegnazione competitiva ad evidenza pubblica; se ritiene compatibile al piano di riequilibrio finanziario ed all’attuale quadro normativo sostenere direttamente le spese di tutte le utenze della Casa delle Donne transfemminista queer; se non fosse da ritenere prioritario un maggior sostegno, anche attraverso interventi di manutenzione straordinaria, ai centri d’incontro già operanti sul territorio comunale; se ritiene che le attività che andrebbe a svolgere la casa delle donne transfemminista queer rispettino gli articoli del Regolamento dei centri d’incontro comunali con particolare riferimento all’apartiticità, all’ apoliticità ed alla non discriminazione per motivi di sesso e di religione; se non si ritiene avventato e pericoloso ai fini del possibile insorgere di conflitti sociali promuovere l’insediamento di una moschea e di un centro transfemminista queer nel medesimo territorio in considerazione dei precedenti episodi di provocazione religiosa messi in atto dalla Casa delle Donne e in considerazione dell’inconciliabilità tra gli insegnamenti del Corano e le ideologie promosse da “nonunadimeno” e dal suo progetto di una “Casa delle Donne transfemminista queer”.

Il presidente Locci ha commentato duramente la decisione del Sindaco di Alessandria e della sua Giunta: “Abonante apre un nuovo Centro d’incontro “Casa delle Donne Transfemminista Queer” a spese di tutti gli alessandrini, realizzando il progetto politico transfemminista di “nonunadimeno”, note per aver bloccato il consiglio comunale, occupato l’ex asilo Monserrato, deturpato mura e statue con scritte offensive e blasfeme, dando gratuitamente l’ex mensa Guala che sarà ristrutturata e messa a norma a spese della collettività. Non solo! Gli alessandrini pagheranno anche la tassa rifiuti, l’acqua, la luce e il gas. Non solo, appena il comune rientrerà in possesso dell’ex asilo Monserrato e dell’ex mensa EDISU la Giunta Abonante valuterà di dare alla “Casa delle Donne TFQ” in aggiunta anche quegli immobili, alla faccia delle associazioni che aspettano da anni l’assegnazione di una sede per le loro attività. Il parcheggio pubblico al servizio del progetto “Casa delle Donne Transfemminista Queer” l’amministrazione lo farà invece pagare alla Comunità Musulmana che realizzerà la sua moschea nell’area adiacente. Il tutto per la tranquillità dei residenti di via San Giovanni Bosco a cui era stato promesso in campagna elettorale che nulla di nuovo si sarebbe insediato in zona mentre ora vengono fatte sorgere due realtà potenzialmente conflittuali. Un Centro d’incontro deve essere da Regolamento un luogo apartitico, apolitico e che non fa discriminazioni mentre questo sarà totalmente ideologizzato a supporto delle idee estremiste radicali di sinistra del Sindaco Giorgio Abonante. Meglio farebbe il Sindaco a spendere quelle risorse per la cura della città e per i centri d’incontro che danno accoglienza a tutti gli alessandrini e non a supporto delle battaglie ideologiche di una minoranza politica. Le lotte ideologiche transfemministe non possono essere pagate con le tasse di tutti i cittadini di Alessandria!”

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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