Sabato 24 luglio Non Una di Meno tornerà in piazza per dire che un altro modo di gestire la sanità e la salute esiste e parte necessariamente dal riconoscimento dell’autodeterminazione dei corpi che attraversano le strutture sanitarie, corpi diversi e non conformi, ma consapevoli e bellissimi, che devono essere ascoltati e riconosciuti in tutte le loro unicità.
Temiamo che la pandemia possa diventare, o forse stia già diventando, la scusa dietro la quale spogliare il SSN di tutti quei servizi faticosamente conquistati con le lotte femministe e delle comunità LGBTQIA+ e come sempre crediamo che la miglior difesa sia l’attacco. Per questo non ci limiteremo a difendere l’esistente da attacchi bigotti e omofobi, ma riprenderemo in mano il tema della sanità sgomitando per rendere le malattie femminili non riconosciute dal SSN nazionale un tema di dibattito e non più un tabù, per far riconoscere i farmaci ormonali utilizzati durante i percorsi di transizione come medicinali dedicati e quindi necessari, per riaffermare la centralità delle donne nella definizione delle linee guida dei consultori e per ottenere l’abolizione, una volta per tutte, dell’obiezione di coscienza dalle strutture pubbliche.