Giornata intensa, a metà settimana scorsa, per il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino.
I fatti li ha raccontati Vicente Santilli, segretario regionale del Sappe: “I poliziotti in servizio nel Padiglione B hanno trovato al mattino un telefono cellulare con cavo carica-batteria e lo hanno sequestrato. Nel pomeriggio, sempre nello stesso reparto, l’intervento dei baschi blu ha impedito il suicidio di un detenuto che si voleva impiccare”.
Sul sequestro del telefonino, il segretario generale del primo Sindacato del Corpo, Donato Capece, evidenzia che “nonostante il reato dell’art. 391-ter del Codice Penale, preveda da 1 a 4 anni per l’ingresso e la detenzione illecita di telefonini nelle carceri, il fenomeno non sembra attenuarsi. Torniamo a sollecitare soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive per impedire l’uso di cellulari e smartphone”.
Quanto al suicidio sventato, afferma ancora Capece: “La scelta di togliersi la vita nasce da un disagio psicologico. L’ennesimo tentato suicidio di un detenuto, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti, dimostra come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari. Negli ultimi 20 anni la Polizia Penitenziaria ha sventato, nelle carceri del Paese, più di 23.000 suicidi, impedendo poi quasi 175.000 atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”.