Il caldo torrido sta “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite, dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane. E’ quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti Alessandria sugli effetti della bolla di calore che sta avvolgendo il territorio.
Il caldo africano di questi giorni taglia anche le produzioni di uova, latte e miele. Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline: risultato, il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno.
Spiega il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco: “Le scottature da caldo danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto, quando possibile si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di giungere a maturazione, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Ma il caldo torrido ostacola pure la raccolta: nelle ore più bollenti diventa impossibile lavorare nelle serre”.
Nelle stalle
Con il termometro sopra i 40° ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte, scesa di oltre il 10%, mentre le pecore sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione ventilatori e doccette refrigeranti per salvare le mucche che a causa dell’afa mangiano poco, bevono molto fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di periodi normali e producono di meno visto che per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi.
In campagna
Con le elevate temperature in pericolo ci sono anche le colture nelle campagne dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare i raccolti in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro, poiché con le temperature sopra i 35° anche le piante sono a rischio colpi di calore e stress idrico.
Il clima
Ne parla il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco: “L’ondata di calore africana è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023. Prima la siccità, poi eventi meteo estremi, infine caldo torrido. Per avere prodotti freschi e di qualità, sostenendo il sistema nazionale, bisogna verificare la provenienza italiana: i prodotti locali non fanno grandi spostamenti, quindi conviee comprare direttamente dagli agricoltori, non cercando per forza il frutto perfetto”.
I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole. Si sta già lavorando per migliorare la sostenibilità attraverso le tecnologie, che consentono un risparmio di acqua del 30% rispetto al passato, ma per l’adattamento climatico è fondamentale aumentare gli investimenti nell’innovazione e nell’agricoltura di precisione, anche attraverso risorse PNRR.