Sono circa 25 milioni gli italiani che acquistano cibo dai contadini, trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti per la tavola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Censis diffusa in occasione della prima mostra mercato “internazionale” promossa dalla “World Farmers Market Coalition” con Campagna Amica a Palazzo Rospigliosi a Roma, per la giornata mondiale della biodiversità proclamata dall’ONU.
I mercati contadini
L’Italia è il Paese Ue con la più estesa rete organizzata: 15.000 agricoltori coinvolti, 1.200 farmers market di Campagna Amica, un fatturato da 6 miliardi di euro all’anno. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che non ha solo un valore economico, ma anche occupazionale ed ambientale. Lo sviluppo dei mercati di Campagna Amica ha consentito la creazione di quasi 40.000 posti di lavoro, necessari per affiancare gli imprenditori agricoli nella gestione dell’attività di coltivazione e di vendita.
Il commento
“La rete dei mercati contadini svolge un’importante funzione sociale, spingendo la riscoperta della vita di comunità, sostenendo la libertà di scelta e la consapevolezza dei consumatori nella scelta, promuovendo l’educazione alimentare – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – con la possibilità di trovare prodotti stagionali a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica si trovano anche specialità del passato assenti nei normali canali di vendita, dove prevalgono standardizzazione e grandi quantità”.
Il risparmio generale
Le vendite dirette con gli acquisti a KM 0, secondo l’Ispra, tagliano anche del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. È stato calcolato infatti che 1 kg di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12.000 chilometri, con un consumo di 6,9 kg di petrolio e l’emissione di 21,6 kg di anidride carbonica, mentre 1 kg di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11.000 chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio liberando 20,1 kg di anidride carbonica per ogni kg di prodotto dal trasporto aereo.