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Il lavoro delle Associazioni di accoglienza, vanificato dal coacervo normativo

Due su dieci, la media delle richieste d’asilo accolte

Il lavoro delle associazioni e dei volontari impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione dei rifugiati ad Alessandria rischia di essere messo a rischio dalle strettoie della burocrazia. La denuncia di Fabio Scaltritti, presidente della Comunità di San Benedetto al Porto, interpreta le preoccupazioni di molte organizzazioni impegnate in questo settore, tra cui APS Cambalache. Il basso tasso di richieste d’asilo accolte (in media 2 su 10) rende complicata la posizione di chi si trova sul nostro territorio, spesso impossibilitato a rientrare nel proprio paese e a muoversi sul territorio europeo per le disposizioni del regolamento di Dublino II. Per evitare di creare nuova “clandestinità” e sprecare l’attività d’integrazione degli ospiti, Scaltritti ha chiesto alle istituzioni il rilascio della “protezione umanitaria”, senza ottenere, per ora, risposte. L’ipotesi avanzata da Scaltritti non riguarda solo chi c’è già, ma anche chi è in arrivo. La Prefettura ha disposto un bando di gara per l’affidamento del servizio d’accoglienza di nuovi rifugiati, partendo dall’inizio di aprile fino alla fine dell’anno. L’ente ministeriale ha previsto l’arrivo di duecentodiciotto persone, di cui centocinquantacinque nell’Alessandrino. Essi si aggiungono ai duecentonovantanove già presenti sul territorio provinciale.

Stefano Summa

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