La cessione del gruppo Pernigotti al gruppo turco Toksoz non ha mai convinto i novesi e gran parte dei lavoratori dello stabilimento di viale Rimembranza, che di risposte dalla nuova proprietà ne hanno sempre avute poche e spesso confuse. L’ultimo ritardo riguarda il piano industriale del 2015, rinviato per mesi -avrebbe dovuto svolgersi dopo l’estate del 2014 – che dovrebbe avere nell’export il suo fiore all’occhiello. I sindacati hanno espresso preoccupazione per la situazione attuale della fabbrica novese, una delle più ricche della provincia di Alessandria con i suo 450 milioni di fatturato all’anno, che ultimamente ha drasticamente ridotto il numero dei lavoratori stagionali (poco più di 10 contro i 50 di inizio anni 2000). La nuova proprietà finora non ha dimostrato grande attaccamento al plesso industriale di Novi Ligure – ceduto dalla vecchia proprietà nel 2013 – e l’ultimo dei problemi scoppiato sul mercato italiano non fa altro che confermare il momento di difficoltà di Pernigotti. Nei primi giorni di gennaio sono stati ritirati dai supermercati diversi lotti (L1D 31.01.16) contenenti confezioni di cioccolatini “Cremino”, in quanto conterrebbero larve di insetti. Si tratterebbe infatti di larve di farfalline finite per errore nel prodotto forse per un problema sulla linea produttiva o nel confezionamento.
La richiesta di ritiro è stata inoltrata dopo i controlli delle autorità sanitarie. Un momento nero che potrebbe essere superato grazie all’investimento dei padroni turchi, se davvero l’intenzione del gruppo Toksoz fosse quella di rilanciare il marchio Pernigotti a livello internazionale.