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Fine marzo di fuoco per Novi Ligure e per il territorio circostante.
Il problema del lavoro non è certo una novità, semmai la presenza massiccia di operai e cittadini novesi allo sciopero dello scorso 26 marzo non ha lasciato indifferenti i responsabili delle aziende della zona e neppure l’amministrazione locale.
Al corteo hanno partecipato più di 500 persone, a distanza di circa un anno dalla prima rumorosa protesta a cui hanno aderito lavoratori dell’Ilva, della Kme di Serravalle Scrivia, della Roquette di Cassano Spinola della Graziano di Tortona e della Bundy di Borghetto.
“Ringraziamo tutti i partecipanti, che con la loro presenza ci permettono di centrare i nostri obiettivi di partecipazione e con il loro entusiasmo animano le iniziative. La coalizione sociale è già il presente, noi non molliamo sempre al fianco dei lavoratori, con i precari con i cassintegrati ed i disoccupati vogliamo far cambiare la rotta a questo paese!” si legge in una nota pubblicata dalla Fiom di Alessandria nelle ore subito successive allo sciopero.
NOVI-SCIOPERO-2Il tutto mentre un’altra organizzazione sindacale spostava i riflettori su un altro problema strettamente novese. “In questi giorni si susseguono voci più o meno fondate di una imminente chiusura del magazzino logistico del sito della Pernigotti dove si svolge l’attività di confezionamento e spedizioni dei prodotti finiti” fanno sapere dalla Cgil di Alessandria. “Il magazzino è gestito dall’operatore logistico DHL ed occupa stabilmente 25 addetti, numero che però arriva a 50 addetti con le stagionali nel periodo pasquale e per le festività natalizie. Sembrerebbe che queste attività saranno destinate a sparire dal magazzino di Novi Ligure e di fatto, dislocate a Parma dove verrebbero affidate ad un nuovo operatore logistico. Al momento sono solo notizie ufficiose che però mettono ansia e preoccupazione alle lavoratrici e lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro”.
Situazione inversa a quella dell’Ilva, su cui è calato il silenzio a livello nazionale. Dal corteo novese alcuni operai mostrano scetticismo di fronte al ritorno dell’azienda sotto l’ala dello Stato. Altri, invece, preferiscono non commentare e attendere i prossimi mesi prima di esprimere un giudizio. Otto le ore di sciopero che hanno paralizzato il centro di Novi Ligure – il ritrovo è stato fatto davanti all’ex caserma dei Carabinieri alle ore 9 e successivamente e il corteo ha raggiunto i giardini pubblici comunali – a cui hanno partecipato anche diversi studenti degli istituti locali.

Luca Piana

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