Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa dell’ex-sindaco Piercarlo Fabbio.
Al contrario di ciò che alcuni media hanno pubblicato, l’UDC provinciale non ha partecipato alla serata del 28 marzo. Gli organizzatori, avvertiti per tempo delle insufficienti condizioni politiche per una partecipazione dell’UNIONE di CENTRO, ne erano consapevoli. L’incontro di buona parte del centrodestra alessandrino al cinema Ambra di venerdì 28 marzo pone alcuni problemi e anticipa qualche soluzione se non altro di carattere metodologico.
Iniziamo con i problemi: il fatto che non tutte le forze politiche che potrebbero domani far parte di un centrodestra compatto e al meglio dei propri potenziali consensi abbiano aderito o siano state volutamente tenute ai margini dell’evento dimostra che oggi il comando dell’iniziativa è affidato ancora a chi pensa in termini di partiti egemoni e di partiti subordinati. Una visione tradizionale, certo, ma decisamente sorpassata. Cammino pericoloso se tale metodologia tenderà ad essere ancora concretizzata da chi si crede più forte a scapito di chi è temporaneamente più debole.
Una più o meno sofisticata “conventio ad excludendum” non si confà al periodo, tantomeno agli obiettivi comuni del centrodestra; meno ancora alla volontà di essere alternativi alla sinistra. Secondo problema: i contenuti. Non sempre si potrà, nei mesi a venire, sostituire la proposta con la giusta critica all’inazione della giunta Abonante, alla mancanza di una qualsivoglia idea di città, alla scarsa versatilità a fornire moderni servizi ai cittadini, ad individuare linee di sviluppo operative per Alessandria e la sua area vasta . Parlo di “area vasta” per due ragioni: una perché l’impatto di Alessandria nell’organizzazione dei servizi o anche solo nell’approvvigionamento idrico finiscono per pesare su un territorio più vasto; l’altra perché il centrodestra governa la Provincia e ha necessità di interconnettere l’iniziativa dell’istituzione provinciale con quella del capoluogo.
Sul terreno dei contenuti non è possibile che ad ogni critica possa corrispondere una proposta alternativa. Casomai vi sarebbe da introdurre una metodologia contraria, altrimenti il programma del centrodestra finirà per essere modulato sugli errori della sinistra. L’agenda sarebbe dettata dalla reazione e non dalla proattività necessaria per rilanciare Alessandria. Il percorso, secondo noi, è assai diverso: si parta dall’analisi oggettiva delle caratteristiche della città, dalla lettura delle sue potenzialità e si effettui un’elaborazione programmatica delle priorità da imbracciare, comunicare, confrontare, riqualificare con i cittadini.
La definizione di questo processo dovrà poi avere una fase esecutiva in cui la PA non sarà da sola, ma affiancata da cittadini, imprese, università. Per far questo, però, visto che “partire” in politica è la cosa più difficile, occorre sedersi intorno ad un tavolo, iniziare a discutere con pari dignità, non dimenticare componenti importanti dell’alleanza, non vivere di pregiudiziali. L’UDC prenderà al più presto tale iniziativa, perché un conto è stare sotto le luci di una rutilante kermesse, un conto è elaborare il futuro della città e su questo accendere i riflettori della ribalta.
Piercarlo Fabbio
Commissario prov. UDC Alessandria
