Partendo da quel Campo-scuola di Finale ligure (24-27 ottobre), organizzato da ‘Jada ODV‘ e ‘AGD Piemonte EPS‘ con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ed il coinvolgimento del Centro Diabetologico Pediatrico dell’Ospedale Cesare Arrigo (Alessandria), del Centro Diabetologico Pediatrico Santa Croce e Carle (Cuneo) e del Centro Diabetologico Pediatrico Ospedale Regina Margherita (Torino), si è arrivati a questo 14 novembre, ‘Giornata mondiale del diabete’, in cui la città di Alessandria ha illuminato di blu un suo monumento simbolo: l’Arco di via Dante.
Ma in quel Campo-scuola, cui hanno partecipato 38 adolescenti tra i 14 e i 18 anni, ce n’era una che in quei giorni è diventata maggiorenne e ha voluto raccontare la sua vita con la malattia.
‘Non sono una persona che ama i cambiamenti eppure…
Ciò che mi ha cambiato la vita è successo quando avevo 6 anni. Non ho mai vissuto il dolore come il mio mostro, ma come un mostro per gli altri. A 6 anni non capisci bene cosa ti succede, soprattutto se sei una bambina timida come me. Hai paura di fare domande, eppure la paura la percepisci per tutta la casa. I primi anni passano velocemente e tutto va per il meglio, è quasi un gioco mostrarsi agli altri bambini.
Con qualche difficoltà arrivi in terza media, i problemi aumentano, inizi a perdere fiducia in te stessa. Gli altri ti vedono diversa e ti chiedono di essere più responsabile. I medici ti propongono ogni tipo di cura, il micro e il sensore sembrano lava sulla tua pelle. L’esame di terza media è terribile, ti abbuffi e passi tutti i giorni prima in iper, a 400, ma ce la fai a raggiungere l’obbiettivo e passi in prima superiore.
Poco prima hai iniziato la pallavolo, dopo averne provati tanti di sport, sentendoti inadeguata. Capisci che tutto questo è necessario e ti aiuta ad accettarti un po’ di più. Il passaggio alle superiori non ti aiuta rispetto al rapporto che hai con il cibo e allora decidi di togliere il micro, diventato ormai insostenibile, e passare alle penne. Per due anni non hai tanti problemi, il tuo corpo cambia e tu odi tutto questo, hai paura di essere giudicata, hai paura di non farcela. Inizi ad andare ai campi, impari cose nuove, ti accorgi di non essere sola, e se poni più attenzione alla cura puoi vivere meglio.
Ti fai molte domande e realizzi che ponendoti obbiettivi, trovandoti nuovi impegni e amici comprensivi, tutto diventa più semplice. In 4^ superiore rimetti il micro e tutto va bene. Adesso eccomi qua con tutti quelli che amo. Ho capito molte cose e sono cambiata tanto. Ho appena fatto 18 anni, sono la migliore della classe e ho un fidanzato stupendo. Alla fine ho capito che i cambiamenti sono necessari e chiedere aiuto non è sbagliato.
Vado a volte da una psicologa che è fiera di me per i piccoli passi avanti. Le diabetologhe sono contentissime delle mie glicemie. So che non sarà tutto così semplice, ma i giudizi non mi spaventano più e il diabete alla fine può essere anche mio amico. Ero una persona che non amava i cambiamenti… ‘