L’Acqui-Ovada-Genova è una linea ferroviaria importante sia per il trasporto passeggeri sia per merce. Negli ultimi anni, però, il sistema ferroviario ha subito drastici tagli a danno dei pendolari.
L’impegno di tutta la collettività è di lottare per avere un dignitoso servizio di trasporto pubblico.
E così nasce un nuovo punto di riferimento per i pendolari che quotidianamente affrontano il lungo viaggio dalla città termale o dai paesini dell’ovadese in direzione del capoluogo ligure.
Da qualche settimana ha preso vita il “Comitato difesa trasporti delle Valli Stura ed Orba” che, di fatto, sostituisce la vecchia associazione Pendolari dell’Acquese ed Ovadese costretta a sospendere l’attività a seguito di alcuni attacchi ricevuti su Facebook dal presidente Zorzan.
La sede sarà dunque a Masone, epicentro delle problematiche che spesso colpiscono questa linea.
Nel direttivo della nuova associazione, che raccoglie l’eredità dell’ex associazione pendolari dell’acquese ed intende farsi carico delle segnalazioni delle varie zone (Ovada ed Acqui inclusa), sono presenti esponenti delle varie realtà territoriali.
Il Comitato si è riunito la prima volta il 19 aprile a Masone per discutere dell’eventuale blocco della linea il prossimo anno, che potrebbe arrivare addirittura a 36 mesi.
Le Ferrovie dello Stato assicurano soluzioni alternative per tentare di evitare quello che sarebbe un collasso della durata di due anni per i tanti utenti giornalieri del la linea, lavoratori o studenti.
Al vaglio l’ipotesi di mantenere un binario aperto a Genova Borzoli e l’Assessore regionale ai trasporti della Regione Liguria, Enrico Vesco, assicura “l’esistenza di un piano per mantenere le linea operativa”.
Intanto una cosa è certa, l’inizio dei lavori del nodo di Genova, previsti per giugno 2016 slitteranno ancora di qualche mese.
GG