Come può una azienda in attivo andare in fallimento? È successo alla storica azienda Borsalino, di Spinetta Marengo, che produce ed esporta cappelli in tutto il mondo. Uno scenario fallimentare anomalo in quanto il marchio è paragonato a livello mondiale a quello del cavallino rosso di Maranello, la Ferrari: le vendite sono in positivo con un incremento produttivo crescente. Purtroppo il crack di Borsalino è l’esempio di come una finanza di assalto possa influenzare un’industria sana e profittevole. Alla base del crack alessandrino ci sarebbero circa undici scatole cinesi che la magistratura sta cercando di aprire, una di queste la Finind già commissariata da tempo per bancarotta. Al consiglio di amministrazione dell’azienda alessandrina, composto da Marco Moccia, Francesco Cana e Raffaele Grimaldi, non è rimasta che la scelta del concordato preventivo al tribunale di Alessandria per ristrutturare i debiti e soddisfare i crediti. Una soluzione che potrebbe anche portare l’azienda aperta nel 1857 a chiudere i battenti. Scenario improbabile ma la notizia ha fatto il giro del mondo nelle scorse settimane. In attesa del blocco di tutti i beni che impediscono di pagare dipendenti e i fornitori si cercano altre strade. In primis, nuovi capitali che potrebbero arrivare da un giovane gruppo di aziende milanesi in grado di salvare in toto la famosa azienda di cappelli che però tace su eventuali ipotesi d’interesse.
Giampi Grey