In chiusura del bilancio dell’anno 2014 l’azienda di trasporto pubblico Atm si ritrova con un capitale sociale di 90 mila euro e un passivo di un milione di euro, un fardello pesante che causa ritardi nella consegna degli stipendi e conseguenti previsioni di tagli ai servizi ritenuti meno remunerativi, come gli Eccobus, ormai presentati come un deficit e la linea per Valenza, il cui contribuito è sceso a 140 mila euro.
Ma la voce che salta subito all’occhio per riequilibrare costi e ricavi è quella del personale.
Nel 2013 il numero di esuberi delineato ammontava a 50, ma l’azienda è corsa ai ripari ricorrendo alla cassa integrazione, soluzione che l’Atm spera di poter reimpiegare anche dal 1° Gennaio 2016. Ipotesi difficile, soprattutto a seguito dei disagi avuti recentemente nel saldare stipendi e quattordicesime mensilità con ritardo di due mesi, coperte in parte solo grazie ai trasferimenti della Regione.
Federica Riccardi