Arte a Palatium Vetus: 2 nuovi dipinti di Giovanni Migliara e le opere di Carlo Pace fino al 29 ottobre

Bilancio positivo per la mostra delle opere di Carlo Pace (Alessandria 1937-2011) dal titolo “Segni–materiali-fonemi”, inaugurata alla fine dello scorso nelle sale del Broletto di Palatium Vetus, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, in piazza della Libertà 28 ad Alessandria. La rassegna, che durerà fino al 29 ottobre, è aperta il sabato e la domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Le nuove tele

Ulteriore elemento di richiamo è la parete interamente dedicata al pittore alessandrino Giovanni Migliara (Alessandria, 15 ottobre 1785 – Milano, 18 aprile 1837) dove, in posizione centrale, spiccano 2 interessanti dipinti di recente acquisizione da parte della Fondazione CRAL: oli su tela che il pittore alessandrino, vedutista e paesaggista, realizzò fra gli anni ’20 e ’30 dell’800.

Il dipinto di maggiori dimensioni, impreziosito da una grande cornice dorata, raffigura l’interno del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano, firmata dall’autore e datata 1820. Il soggetto rappresenta, all’interno di un’architettura rinascimentale dominata dal soffitto a cassettoni, la visita al Santuario dell’arciduchessa Maria Beatrice d’Este con il figlio Massimiliano.
L’altro dipinto, di più piccole dimensioni ma molto suggestivo, raffigura l’interno del cortile della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, firmato dall’autore e con cornice dorata.

lnterno del cortile della Basilica di Sant’Ambrogio

Le emozioni dei quadri

I temi del viaggio, della pittura urbana e degli avvenimenti storici hanno un ruolo di primo piano nell’attività artistica di Giovanni Migliara. Egli seppe esprimere, con l’originalità degli aspetti iconografici e stilistici, innovazioni nelle vedute prospettiche conferendo ad esse una fisionomia inconfondibile, sperimentata su diversi supporti come gli acquarelli o le tempere su carta, gli oli su tela e i raffinati ‘fixés sous verre’. (‘fissati sotto vetro’). Giuseppe Mazzini, che conobbe Migliara e lo definì genio democratico, disse di lui: “…laddove altri ci danno l’aspetto dei luoghi, egli ce ne dà le emozioni”.