Nella giornata di ieri, nel carcere di Torino, si sono verificati due fatti pericolosi e destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza, gestiti però in maniera esemplare dal personale di Polizia Penitenziaria. A raccontarli è Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del SAPPE.
“Il primo episodio si è verificato intorno alle ore 13: un detenuto che frequenta la scuola è uscito dall’aula, approfittando di un blackout che ha impedito la chiusura del cancello, e si è diretto in un altro Padiglione, tentando di mischiarsi ad altri detenuti. Il poliziotti hanno tentato di fermarlo, ma l’uomo è corso velocemente sulle scale. Pur bloccato, l’uomo, in forte stato di agitazione, ha aggredito ferocemente con calci e morsi gli Agenti, senza ferire nessuno. Ricondotto alla calma, ha estratto dalla bocca alcune lamette da barba tentando di colpire i presenti. Riportato alla ragione, è stato visitato dal medico”.
Poi il secondo episodio: “Poco più tardi, in un’altra area, un detenuto marocchino, finita la telefonata col proprio avvocato, se l’è presa con un poliziotto colpendolo con una spallata al costato, rovesciando un bidone dell’immondizia e spaccando il telefono in dotazione al personale. Ricondotto in cella, il marocchino ha continuato ad insultare i poliziotti, tagliandosi con una lametta da barba e minacciando tutti. Dopo una lunga mediazione, il personale ha convinto il detenuto a consegnare, accompagnandolo poi dal medico”.
Le richieste del sindacato
Esprimendo ovvia solidarietà ai colleghi, il segretario generale del SAPPE Donato Capece afferma: “Servono provvedimenti urgenti per fronteggiare la grave situazione. È necessario avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività, già richiesti da tempo, come taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.
Non si capisce bene perché questi strumenti non arrivino, perché il sistema non decida….