Anastasia, 15 anni, il 23 febbraio era a Kiev e stava facendo le prove per lo spettacolo del 24 febbraio dell’accademia di danza classica. Era molta l’emozione ma la notte alle 4 di mattina, lei, sua madre Svetlana e sua zia Oksana sono state svegliate dal rumore di un’esplosione. Non sapevano ancora che l’armata russa aveva invaso la loro patria.
I seguenti 6 giorni li hanno trascorsi nel bunker del palazzo, dormendo su una sedia in mezzo a centinaia di persone spaventate, poco cibo e rientri a casa veloci con la paura delle bombe. L’angoscia saliva, avevano paura di scappare ma anche di restare. Poi, una coppia di amici ha provato ad uscire da Kiev e arrivati alla frontiera le ha avvertite che era possibile. Hanno preso pochi bagagli, il gatto Amour e sono salite su un treno strapieno e sono arrivate a Ternopil nell’Ucraina occidentale, di lì un amico con l’auto le ha portate verso il confine e hanno camminato per tre ore prima di varcare la frontiera. Con un autobus hanno raggiunto Przemysl in Polonia dove con un treno hanno raggiunto Cracovia, hanno dormito per terra in stazione e sono poi salite su un treno per Vienna e da lì sono arrivate a Venezia. L’odissea era finita ad attenderle c’era la figlia di Oksana, Valeria e il suo compagno Simone. Sono arrivate in Alessandria dopo quattro giorni di viaggio.
Parlano russo ma sono ucraine, amano il loro Paese e non trovano giustificazione all’invasione della Russia. Anastasia ha visto la guerra solo sui libri di storia e dice che non si sarebbe mai immaginata di viverla sulla propria pelle. Vogliono tornare nella loro patria, alla loro vita, vivono giorno dopo giorno con la speranza che tutto questo orrore finisca presto.
Anastasia, però, deve ballare, ha bisogno del suo allenamento quotidiano e allora da queste pagine lanciamo un appello a chi possa aiutarla, il teatro alla Scala di Milano è vicino e lei è un vero talento, speriamo che anche il suo sogno non venga infranto.
Fausta Dal Monte