Le celle

Ancora un fatto violento all’interno del carcere di Torino. 

Il racconto dell’episodio

Lo racconta Vicente Santilli, segretario regionale del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nella giornata di lunedì, presso la Casa circondariale di Torino,  intorno alle ore 17,35, un detenuto comune di origine colombiana, ubicato presso il padiglione detentivo A, ha aggredito proditoriamente tre Agenti di Polizia Penitenziaria per futili motivi. Il ristretto, dopo una visita effettuata con il sanitario, mentre veniva accompagnato nella propria cella si è  impossessato di un estintore. Durante la concitazione, i poliziotti riuscivano a contenerlo ma riportavano contusioni guaribili in 7 giorni. Ancora una volta, dunque, il SAPPE deve segnalare l’ennesimo episodio di aggressione nel carcere di Torino. La carenza di organico nel carcere torinese non è più tollerabile, soprattutto se si tiene conto che la casa circondariale è un Istituto di primo livello impegnato, in modo costante, nella gestione di detenuti problematici e psichiatrici. Agli Agenti va la mia solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione”. 

La solidarietà del sindacato

Ha espresso solidarietà ai poliziotti contusi a Torino anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ed è stato impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine degli giorno. Ma sembra che a nessuno freghi nulla”. “Importante e urgente” – ha proseguito – “è prevedere un nuovo modello di custodia. La recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive, con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Non è certo lasciandoli ore a far nulla nelle celle e nei corridoi delle Sezioni che si favoriscono condizioni di trattamento e rieducazione come prevede la nostra Carta costituzionale”.

La speranza di cambiamento

Per questo Capece confida che “per la guida del DAP venga individuata una persona per la Giustizia che non trascuri la situazione nelle nostre carceri, che resta allarmante con i nostri poliziotti aggrediti senza alcun motivo o ragione. E’ necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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