Una storia mai raccontata sulle prime pedalate in Italia
Mostra – Palazzo del Monferrato, dal 14 aprile al 26 giugno 2016
Da Carlo Michel a Giovanni Maino, dalle Borsaline al Circolo Velocipedistico Alessandrino, dalla rivalità tra il tortonese Giovanni Cuniolo detto “Manina” e l’astigiano Giovanni Gerbi, soprannominato il “Diavolo Rosso”, fino alle vicende di campionissimi come Costante Girardengo e Fausto Coppi: la storia ancora tutta da raccontare del ruolo nevralgico del Monferrato, tra Alessandria e Asti, nelle origini del mito della bicicletta e nelle innumerevoli vite che ha avuto da allora.
Questo territorio, infatti, con le sue strutture, prime tra tutte il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure e il compendio di Fausto Coppi a Castellania, con i percorsi cicloturistici di collina e di pianura, con le manifestazioni ciclo-storiche e soprattutto con la presenza di un ampio numero di appassionati, può proporsi credibilmente per raccontare la straordinaria storia degli inizi e dell’affermazione dello sport delle due ruote in Piemonte e in Italia.
La conferenza odierna, alla presenza del Sindaco della Città di Alessandria, Maria Rita Rossa, del Presidente della Camera di Commercio, Gian Paolo Coscia, e dei vertici di questi due Enti insieme ai rappresentanti dei principali soggetti pubblici e privati alessandrini, è l’occasione per focalizzare l’attenzione su questi temi e soprattutto per presentare uno dei momenti clou del 2016. Infatti, proprio a Palazzo del Monferrato (via San Lorenzo 21 ad Alessandria) verrà allestita dal 14 aprile 2016 una rassegna espositiva, organizzata dalla Camera di Commercio e dal Comune di Alessandria, che può contare sul patrocinio della Federazione Italiana Ciclismo, della Federazione Italiana Amici della Bicicletta e del Touring Club Italiano.
Una mostra che racconta gli straordinari artigiani che nel corso del ‘900 fecero della bicicletta una vera opera d’arte, i grandi giornalisti che contribuirono alla nascita del giornalismo sportivo (come Eliso Rivera, di Masio, cofondatore della “Gazzetta dello Sport”), i personaggi che lanciarono le due ruote come sport e come veicolo di grande popolarità, fino agli eroi del pedale che ne immortalarono il mito.
Una mostra che unisce la spettacolarità di installazioni multimediali studiate appositamente per l’evento al carattere storico-scientifico di rivisitazione di un’epoca in cui davvero Alessandria divenne il fulcro del ciclismo nazionale, generatore di passioni e trampolino di lancio di iniziative che hanno contraddistinto la storia del grande ciclismo.
Una mostra che coinvolge aziende all’avanguardia che fanno uso di moderne tecnologie per renderla accessibile anche agli ipovedenti, avvalendosi di postazioni e supporti di assoluta innovazione.
Una mostra che si pone l’obiettivo di raccontare e al tempo stesso incentivare l’utilizzo della bicicletta già ampiamente identificata come mezzo di trasporto ecosostenibile e di assoluta praticità, ma non ancora entrata nelle abitudini delle nostre città come invece avviene in altre realtà non solo straniere (Parma e la regione Emilia Romagna valgano come esempio).
Una mostra che vuole raccontare la bicicletta come singolare sintesi di artigianato, tecnologia e progettazione, che ha generato negli artisti, negli scrittori e nei musicisti innumerevoli suggestioni stimolandone la creatività e l’inventiva.
L’evento si inserisce così sia nelle attività programmate dal Comune di Alessandria per un progetto di mobilità eco-sostenibile, sia nelle azioni che la Camera di Commercio e gli enti ad essa collegati nel progetto “Monferrato” stanno sviluppando per accrescere l’attrattività (turistica e non solo) del territorio.
Essa potrà avere anche un collegamento con i progetti di cicloturismo attualmente curati dalla Regione Piemonte e con le varie iniziative che il mondo delle due ruote realizza ogni anno in varie località. Il periodo di apertura, inoltre, sarà coincidente con il passaggio del Giro d’Italia nelle province piemontesi e potrà quindi portare in Alessandria importanti campioni e testimonial sportivi.
La mostra sarà accompagnata da varie iniziative collaterali per richiamare l’attenzione di un vasto pubblico sull’evento e per far nascere un vero e proprio dialogo tra le arti (del teatro, del cinema, della fotografia) nella cornice di Palazzo del Monferrato.
Tra le iniziative preparatorie importanti, è già stato organizzato un convegno sulla figura di Carlo Michel (il 9 dicembre 2015 a Palazzo del Monferrato) e gli organizzatori hanno anche acquisito la possibilità di avvalersi di un logo appositamente studiato e realizzato da un giovane e famoso artista alessandrino, Riccardo Guasco.
Da Parigi alla “Pista”
Forse non tutti sanno che tra i primi a portare in Italia il velocipede, antenato asimmetrico e certamente più acrobatico della bicicletta, fu l’alessandrino Carlo Michel, cognato della più celebre Madre Teresa, nonché profetico imprenditore della birra, prodotta per decenni con i marchi “Michel” e poi “Alessandria”.
Carlo Michel, destinato a un brillante futuro di imprenditore (fu anche presidente della Camera di Commercio e Arti per circa 30 anni), si innamorò della bicicletta all’Expo di Parigi del 1867 e se ne portò a casa un esemplare prodotto dalla ditta Michaux, aggirandosi a cavallo del mezzo per le strade della città e contribuendo alla sua rapida diffusione.
È da questa pietra miliare che ha origine la vocazione ciclistica di Alessandria e della sua provincia, la stessa che nel tempo ha generato grandi campioni, grandi fabbricanti di biciclette e grandi giornalisti sportivi.
Una vocazione assai precocemente consolidata dalla nascita in città di uno dei primi circoli velocipedistici italiani, attivo già nel 1885 e capace di far realizzare addirittura una vera e propria pista per velocipedi inaugurata nel 1890 e ancora oggi fortemente presente nella toponomastica della città che chiama “Pista” il quartiere in cui fu costruita.
Sarà Carlo Michel, impersonato da Massimo Poggio, noto attore alessandrino appassionato di ciclismo, ad accompagnare il visitatore in una sorta di story-telling multimediale attraverso le varie sale di cui si compone la mostra.
Saranno esposti anche cimeli rari e unici, come l’ultima bicicletta usata da Fausto Coppi e ci sarà l’opportunità di seguire l’interessante video-documentario “Giovanni Meazzo, ciclista alessandrino”: una video-intervista ad uno tra i più rinomati ciclisti dell’epoca d’oro di Alessandria, realizzata per l’occasione nell’ambito del Progetto “I luoghi della memoria” dell’Istituto Saluzzo-Plana di Alessandria e da Officinema (laboratorio cinematografico per studenti delle Scuole secondarie di II grado della provincia di Alessandria).
Questo e molto altro per la mostra, il cui progetto è stato curato da Giorgio Annone (LineLab), con la collaborazione di Maria Luisa Caffarelli e Rino Tacchella per la realizzazione del catalogo. La ricerca storica è stata curata da Paolo Chilin, Roberto Livraghi, Mimma Caligaris e Michele Carpani.
Al catalogo hanno contribuito anche due grandi firme del giornalismo italiano, Marco Pastonesi e Beppe Conti, autori di importanti volumi sulla storia del ciclismo delle origini e i suoi protagonisti.
Anche l’Università del Piemonte Orientale, attraverso il Dipartimento di scienze ed Innovazione tecnologica, è stata coinvolta nella realizzazione di questa manifestazione. Sotto la supervisione dol prof. Massimo Canonico docente del corso “Sviluppo di applicazioni mobili” due giovani studenti hanno realizzato una applicazione per smartphone che renderà più accessibile agli ipovedenti i contenuti della mostra. Tale progetto si inserisce in un contesto più ampio che porta avanti l’associazione Abilitando, artefice della recente iniziativa a Santa Croce dove big dell’informatica si sono confrontati sui temi della disabilità. Inoltre, due laureandi hanno scelto di fare la loro tesi con il prof. Giorgio Leonardi, docente di “Sistemi Multimediali”, realizzando i pannelli tattili e la bici tattile con l’ausilio di Arduino, un piccolo computer che può essere programmato e connesso a sensori di vario tipo.
Un grazie poi deve essere rivolto a tutti gli enti del tavolo del “Protocollo di intesa per il Monferrato” che hanno condiviso questo progetto, ossia: le Province di Alessandria e di Asti, i Comuni di Asti, di Acqui Terme, di Casale Monferrato, di Novi Ligure, di Ovada, di Tortona, di Valenza, l’ATL Alexala e l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato.