Agricoltura in difficoltà con i conti di fine anno a seguito delle imposizioni fiscali da rispettare. In un momento di crisi economica e difficoltà di accesso al credito, l’aggravio fiscale mette a dura prova gli agricoltori, specialmente in provincia di Alessandria dove il maltempo e le esondazioni delle ultime settimane hanno causato danni strutturali e perdite di raccolti (in alcuni casi sono stati compromessi anche quelli futuri).
Come spiegato anche da Agrinsieme, “la possibile imminente emanazione del decreto ministeriale dell’Economia, che rivede l’applicazione dell’Imu nelle zone montane al di sotto dei 600 metri, è inaccettabile. Individua i terreni agricoli da assoggettare al tributo soltanto sulla base del criterio altimetrico dove sono situati i comuni e arriva a ridosso della scadenza dei termini di pagamento. Inoltre obbliga gli agricoltori a pagare in un’unica soluzione, entro il prossimo 16 dicembre, anzichè in due rate come gli altri contribuenti”.
Critiche e sfoghi anche dagli imprenditori in questo momento. Un associato Cia Alessandria (che per motivi di privacy non dichiariamo) ha esposto in associazione la situazione in cui versa la sua azienda: con un reddito imponibile di 8.500 euro l’imposta lorda risulta di circa 2 mila euro, che salgono a 5.100 euro calcolando anche Imu e Tasi per alcune proprietà immobiliari dallo scarso valore di mercato ricevute in eredità da beni di famiglia e per strutture rurali che non danno reddito (come portici, fienili, stalle).
Le aziende, di questo passo, andranno incontro ad una situazione debitoria insostenibile e alla inevitabile cessazione di attività.
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