La maggioranza delle quote di Terme di Acqui s.p.a. in capo al comune termale sarà venduta. E’ questa la decisione del sindaco arrivata dopo pochi mesi dal suo insediamento a palazzo Levi. A seguito dell’applicazione del decreto Madia pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” lo scorso 26 giugno, tutti gli enti locali sono obbligati a cedere le quote delle società partecipate non indispensabili e che presentino bilanci ripetutamente in perdita. “La società Terme di Acqui S.p.A. non ha bilanci in attivo da molti anni ed è una delle partecipate che dovrà essere dismessa” si legge in una nota emessa dall’ufficio stampa del comune.
«Il Decreto Madia non lo condivido, ma non posso ignorarlo. La soluzione che adotteremo per salvaguardare le casse comunali da eventuali sanzioni e rispettare la legge sarà quella di cedere le quote, tentando di mantenere una piccola parte che ci consentirà ugualmente di vigilare sull’operato della maggioranza societaria in modo non troppo dissimile da come avviene oggi con il 15,7%» dichiara il sindaco Lorenzo Lucchini. La vendita delle quote ora dovrà essere avallata dalla Corte dei Conti.
Una decisione forse avvallata dalla “mancanza di sensibilità da parte della Finsystem”, secondo le ultime parole di Lucchini. Il sindaco aveva richiesta l’incontro con la famiglia Pater, proprietari delle Terme, ma senza ottenere successo poiché Terme di Acqui s.p.a. si dichiara disponibile ad un confronto solo con la partecipazione dei legali. «Sono seccato. È ormai del tutto evidente la mancanza di qualsiasi considerazione verso le nostre esigenze e quelle della città – conclude il primo cittadino che desidera comprendere le vere intenzioni del gruppo, tra cui il piano industriale e gli investimenti da troppo tempo in fase di stallo.
Giancarlo Perazzi