L’Assessore Mario Scovazzi ha aperto il libro dei conti agli organi di stampa. Si tratta di una grande operazione di trasparenza con il fine di sottoporre all’attenzione della cittadinanza i problemi finanziari dell’ente pubblico.
Il Comune di Acqui Terme ha in essere 205 mutui accesi per finanziare diverse operazioni e interventi. Il mutuo più vecchio risale al 1977. Il debito complessivo, composto da capitale residuo e interessi, nei confronti delle banche e della Cassa Depositi e Prestiti è pari a 62.582.884 € di cui 21.604.101 € di interessi. Queste grandi anomalie sono il frutto dell’abuso delle rinegoziazioni, ed è proprio per questo motivo che l’Assessore al Bilancio ha rinunciato all’ultima rinegoziazione del debito proposta dalla Cassa Depositi e Prestiti, che avrebbe creato 372.000 € di liquidità immediata, ma avrebbe anche aumentato il costo sui rimborsi dei mutui di 1.834.000 €. Nella disamina del tabulato degli impegni finanziari sono particolarmente significativi i due mutui accesi nel 1998 e nel 2000 al fine di aumentare il capitale delle Terme S.p.A. per una cifra pari a 2.957.857,15 € ed è soprattutto preoccupante che dopo quasi 20 anni la somma da restituire sia ancora di 3.061.616,94 €; non meno stupore hanno destato i tre mutui accesi tra il 2004 e il 2009 per la costruzione del Centro Congressi, per un importo di 5.130.544,00 €, e che dopo circa 10 anni si debbano ancora restituire 7.121.904,18 €, per un immobile che tra l’altro, finito di pagarlo, doneremo alle Terme S.p.A. Il capitale residuo dei mutui da corrispondere è pari a 40.978.783 €, che il Comune salda con una rata annuale di 2.869.471 €.
«Non è nostra intenzione continuare a raccontare la storia della botte piena e della moglie ubriaca – ha dichiarato in conferenza stampa l’Assessore al Bilancio Mario Scovazzi –. Il mio obiettivo è di informare la cittadinanza in maniera approfondita e corretta sulla situazione finanziaria del Comune. In questo modo il cittadino potrà valutare senza remore e con i conti alla mano il nostro operato negli anni a seguire. La situazione debitoria del Comune è complessa non solo per il numero di mutui che abbiamo, ma anche per la cieca politica delle precedenti Amministrazioni, che hanno usufruito della rinegoziazione del debito al fine di ottenere liquidità, ma causando un aumento della spesa corrente e portandola a limiti improponibili. A oggi la rinegoziazione dei debiti sta toccando non solo i nostri figli, ma anche i nostri nipoti: finiremo infatti di pagare, a patto che non si rinegozi ancora in futuro, nel lontano 2044».