Il Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria rappresenta un’eccellenza territoriale che molte citta’ ci invidiano. Si tratta di una realta’ che da’ lustro alla provincia per l’ottimo livello di insegnamento, i raffinati concerti, i talenti che maturano e si preparano ad esibirsi sui palcoscenici di tutto il mondo. Tra di essi, il maestro Marcello Rota, astigiano di origine, in segno di affetto e riconoscenza mantiene vivo il legame con il Conservatorio nonostante la sua carriera concertistica lo porti regolarmente a condurre le orchestre piu’ famose del mondo. Lo incontriamo prima delle prove nel prestigioso palazzo nella centrale Via Parma: “Sono insegnante di ruolo qui ad Alessandria-esordisce-, un impegno che svolgo con grande entusiasmo perche’ si tratta di una realta’ molto attiva e professionale”. Dopo aver studiato corno (“Ho iniziato a 8 anni per gioco poi i miei, riconoscendo le mie capacita’ musicali mi hanno indirizzato verso il Conservatorio”), il maestro ha deciso di studiare composizione sia al Conservatorio che privatamente con docenti che gli hanno insegnato le tecniche pianistiche come la postura e ad essere un bravo interprete “non un vigile urbano” riassume in una battuta. In molti anni di carriera Rota ha diretto tutte le principali orchestre in ogni parte del mondo e, avendo iniziato giovanissimo, ha avuto l’onore di dirigere solisti di grande fama tra cui il violoncellista Mstislav Rostropovich. “Ho un ricordo molto bello- aggiunge- il maestro aveva anche profonde doti umane ed e’ stato un piacere, oserei dire un sogno, conoscerlo e lavorare con lui”. Le orchestre sono un ambiente famigliare per il direttore d’orchestra e spesso come in famiglia quando e’ l’ora di lasciarsi si e’ tristi. “Passiamo molte ore a preparci- continua Marcello Rota- e quando si torna a casa ci si rende conto di aver intessuto anche rapporti umani con i colleghi musicisti, e questo e’ uno dei tanti aspetti positivi del mio lavoro”. Gli altri sono la possibilita’ di viaggiare, di conoscere molte persone interessanti e di ampliare il proprio repertorio musicale. “Io prediligo quello sinfonico come i Carmina Burana che ho diretto a dicembre a Mosca con l’orchestra di Stato”. Una grande emozione cosi’ come e’ emozionante il momento prima di salire sul palcoscenico ma anche il momento dell’applauso. “I pubblici sono tutti diversi- osserva. Gli italiani spesso non sono i piu’ calorosi, al contrario dei popoli nordici e di paesi come Turchia, Egitto, Spagna ecc che dimostrano il proprio apprezzamento con grinta”. Il tempo stringe. Gli impegni richiamano il maestro che ha una fitta agenda per il 2016. Gli chiediamo se l’anno nuovo e’ iniziato sotto i migliori auspici: “Direi di si’- sorride- Ho diretto il concerto di capodanno al teatro Carlo Felice di Genova. Non poteva iniziare dunque meglio!”.
Sagida Syed
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