Alta tensione giovedì sera nel carcere di Aosta. Il fatto lo racconta Massimo Chiepolo, segretario del SAPPE: “Un gruppo di detenuti, capitanati da un extracomunitario, ha devastato la rotonda di un piano, costringendo i poliziotti ad uscire dal reparto e rischiando di essere sequestrati. Solo il sangue freddo dei poliziotti ha salvato la situazione: i facinorosi sono stati isolati grazie all’intervento di numerosi agenti fuori servizio e di rinforzi arrivati da altro carcere piemontese”.
Il SAPPE protesta
Ancora Chiepolo denuncia: “Questi atti violenti di detenuti sono sempre più frequenti ed è grave che l’amministrazione non trovi rimedio e lasci il personale abbandonato a sé stesso”.
Rincara la dose Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del SAPPE: “Questi eventi sono la conseguenza di una situazione carceraria che c’è nel Distretto piemontese-aostano-ligure, già evidenziata dal SAPPE e aggravata dalla mancanza di personale. Chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del PRAP ed interventi concreti a favore dei colleghi del carcere di Aosta”.
Le cause e i rimedi
Si ripete per l’ennesima volta Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che elenca i problemi e indica la strada: “Va modificato il regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni. Bisogna prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, mandandoli a scontare la pena nelle loro carceri, e riaprire gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”. Quanto alle dotazioni dei poliziotti, Capece sollecita: “Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti-aggressione, anche perché di ogni detenuto si sanno le condizioni fisiche e mediche prima di usarla”.