Veduta esterna del carcere di Vercelli (foto Ministero Giustizia)

Siamo alle solite, ma davvero non se ne può più. Detenuti che vanno fuori controllo, aggrediscono e menano i poliziotti, li feriscono e restano senza un graffio. Incredibile. Forse è il caso di invertire la tendenza, facendo capire loro che non sono lì in vacanza, ma perché hanno violato la legge. Il segnale, però, deve arrivare dall’alto.

Il fatto

Racconta il segretario nazionale per il Piemonte del SAPPE, Vicente Santilli: “Nella giornata di mercoledì, intorno alle 14, è stato comunicato a un detenuto che alcuni beni da lui ricevuti con pacco postale non erano consentiti dal regolamento. Il soggetto ha subito dato in escandescenza, minacciando di incendiare e danneggiare qualsiasi cosa. Poi ha scaraventato un carrello contro la postazione del personale di sicurezza, mostrando atteggiamento oltraggioso, volgare e minaccioso. Con l’intervento di altri agenti è stato accompagnato nell’ufficio del Comandante per chiarirgli i contenuti del regolamento”.

Santilli prosegue il racconto:Ribadito il diniego alla consegna dei beni vietati, il detenuto si è scagliato contro un ispettore, spintonandolo e colpendolo con un pugno al volto, per poi sferrare un altro pugno a un sovrintendente, torcendogli il polso nel tentativo di divincolarsi. Immobilizzato il detenuto che ha rifiutato la visita medica, in quanto non ne aveva bisogno, tre poliziotti sono ricorsi alle cure al pronto soccorso”. 

La denuncia della realtà

Secondo il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, la situazione nelle carceri piemontesi e italiane è sempre più critica: “La popolazione detenuta è refrattaria al rispetto delle regole. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis (quante volte…) dell’ordinamento penitenziario. Tale articolo prevede restrizioni adatte a contenere i soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe pure opportuno dotare la Polizia Penitenziaria del taser o altro strumento utile a difendersi”.

Sezione detentiva del carcere di Vercelli

Dunque le norme ci sono, se ne viene chiesta l’applicazione. La domandona è: chi rallenta tutto ciò? E perché?

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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