Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, intervistato da Radio Cusano Campus sui fatti di Pisa, nel corso della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, si è espresso così:
“Bisogna assumere una posizione di equilibrio fra i vari diritti che la Costituzione garantisce. Il diritto di manifestare è un diritto costituzionale e va tutelato. Ma anche altri diritti vanno tutelati, tra cui l’ordine pubblico. Quindi la domanda da farsi su Pisa è questa: quanto quei ragazzi stavano creando un problema vero? Siamo un po’ perplessi, c’erano ragazzi a viso scoperto, non avevano oggetti in grado di offendere. Stavano manifestando. Vorremmo capire meglio”.
“Vedere dei poliziotti – ha continuato Giannelli – che manganellano dei minorenni per lo più inermi, che non causano offesa di nessun tipo, non è una bella cosa. Lo stesso Mattarella si è esposto nettamente su questo. Paragonando il nostro paese con la Russia, abbiamo visto in TV le scene dove tutti coloro che portano un fiore in ricordo di Navalny vengono arrestati o picchiati. Ecco, noi non siamo quello stato, siamo una democrazia liberale e chi vuole manifestare deve poterlo fare in modo ‘pacifico’. Viceversa il ruolo delle forze dell’ordine non è messo in discussione, perché fanno parte appunto dell’ordine democratico. Ma qualche eccesso in questo caso c’è stato e ciò va appurato”.
Un colpo al cerchio a un colpo alla botte.
Poi il capo dei presidi è passato al tema delle occupazioni delle scuole per protesta. Ecco la sua tesi: “Io sono contrario alle occupazioni, e sia da preside che da vicepreside ho operato affinché non si realizzassero. La legge italiana le considera fuori legge. Le occupazioni sono un’interruzione di servizio e possono provocare anche altri reati fra cui il danneggiamento che provoca un danno economico. La costituzione garantisce libertà di manifestazione, ma non garantisce libertà di occupazione, diventata routine stagionale che davvero non si può consentire. Ci sono le assemblee, regolamentate dal ’74 e dai decreti delegati, che si possono svolgere a scuola legittimamente, con limiti di tempo, potendo dire tutto quello che si vuole. Quindi non sono vietate la manifestazione e l’espressione. Quello che non va bene è l’occupazione, in genere un capriccio di pochi che calpesta la volontà di molti”.
Capito il preside?