L’evento risale allo scorso fine settimana, quando il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale di Novara ha scoperto, negli spazi comuni dei detenuti, un microtelefono con caricabatteria.
Spiega Vicente Santilli, segretario regionale del SAPPE: “Sono stati ritrovati oggetti che minano l’ordine e la sicurezza del carcere, favorendo le dinamiche criminose nel penitenziario. Il fenomeno non sembra ancora attenuarsi, nonostante la recente emanazione di un articolo che punisce da 1 a 4 anni il reato per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri. Sollecitiamo dunque la schermatura per cellulari e smartphone delle Sezioni detentive e degli spazi comuni”.
Utilità dei controlli
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sottolinea: “L’attività di intelligence e controllo diventa fondamentale. È importante dedicare più tempo all’aggiornamento professionale dei poliziotti, per prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere”. E su possesso e uso di cellulari evidenzia: “Grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri si garantisce la sicurezza interna degli istituti. E apprendiamo dai vertici del DAP che gli appelli del SAPPE sarebbero stati raccolti, perché si sta lavorando al progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione. La prevenzione, in questi casi, è più efficace della repressione”.