Ha fatto il furbo, ma il giochetto non è riuscito. Un detenuto 24enne marocchino ha inghiottito in cella Il liquido di una pila (tensioattivi) per farsi portare in Ospedale e poi tentare la fuga. Ma il tentativo è fallito perché la scorta della Polizia Penitenziaria lo ha fermato.
A spiegare il fatto, avvenuto lunedì verso le 14, è Vicente Santilli, segretario piemontese del SAPPE: “Il ristretto di origine marocchina, detenuto presso la Casa Circondariale ‘Cantiello e Gaeta’ di Alessandria, ha volontariamente ingerito dei tensioattivi ed è stato inviato d’urgenza al pronto soccorso con l’ambulanza. Giunto in ospedale, appena è stato fatto sedere in sala d’attesa, con uno scatto fulmineo ha tentato la fuga. Solo la professionalità della scorta ha consentito di bloccare il fuggitivo dopo pochi metri, senza coinvolgere altre persone”.
Santilli evidenzia che “nonostante i tentativi di aggredire gli infermieri e gli insulti ai presenti, il soggetto è stato immobilizzato su una branda, curato e riportato in carcere in serata”. Senza pile, stavolta.
La denuncia del sindacato
Spiega Donato Capece, leader nazionale del primo Sindacato del Corpo: “Tutto lascia pensare ad una simulazione di malessere. L’episodio è emblematico per comprendere i rischi derivanti dai facili ricoveri a vista. L’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale alla presenza di altri ricoverati e familiari, ma è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria. Per noi è urgente prevedere un nuovo modello custodiale, intervenendo con urgenza sulle criticità penitenziarie liguri”.
Poi Capece torna sul quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche fuori dal carcere, con massiccio impiego di personale di scorta: “E proprio per questo che il SAPPE definisce un errore l’abolizione della sanità penitenziaria, delegando tutto alle ASL“.