Nascondeva la droga all’interno delle gabbie in cui faceva crescere i piccioni del suo allevamento, convinto che nel caso fosse stato oggetto di una perquisizione nessuno avrebbe pensato di cercarla li e, quand’anche lo avesse fatto, il fetore nauseabondo degli escrementi dei volatili ne avrebbe senz’altro “coperto” l’odore persino al fiuto dei cani antidroga.
Per questo, i Carabinieri di Acqui Terme hanno deciso di chiamarla “PIGEON”, “PICCIONE”, l’operazione che nei giorni scorsi, a poco meno di un anno dalla conclusione delle indagini, ha portato all’arresto, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Alessandria, di 3 cittadini di nazionalità albanese – un quarto, anch’egli colpito dalla stessa misura, è attivamente ricercato – mentre per un loro complice di nazionalità italiana è stata disposta la misura cautelare personale dell’obbligo quotidiano di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Le indagini hanno consentito di individuare e stroncare un fiorente mercato dello spaccio di droga nel territorio acquese, grazie anche alle segnalazioni di alcuni residenti nei pressi dello stabile abitato da due degli arrestati, che avevano notato un preoccupante andirivieni di persone che frequentavano l’appartamento occupato dai due.
Ancora una volta, la collaborazione tra cittadini e Forze dell’Ordine ha dato i suoi frutti. Le indagini immediatamente attivate dai Carabinieri hanno infatti consentito di identificare dapprima gli acquirenti dello stupefacente e, successivamente, gli spacciatori, dei quali venivano ricostruiti in modo certosino i movimenti, i canali di approvigionamento della droga, per lo più cocaina ma anche hashish, ed i nascondigli ove questa veniva momentaneamente stoccata in attesa di essere venduta.
Grazie ad un articolato impianto investigativo caratterizzato da complesse attività tecniche supportate da mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Acqui Terme sono riusciti ad individuare il posto ove lo stupefacente veniva tenuto nascosto, localizzato in una cascina sita nelle campagne acquesi, all’interno delle gabbie in cui S.E., 35enne albanese, considerato il soggetto di spicco del sodalizio criminale, faceva crescere i piccioni del suo allevamento.
Gli investigatori riuscivano così ad operare anche diversi sequestri, il più ingente dei quali nel mese di ottobre 2018, all’interno della predetta cascina, ove in una delle gabbie dei piccioni venivano rinvenuti circa due etti e mezzo di cocaina e 2.200 euro, costituenti solo una minima parte dei proventi dell’attività di spaccio, di cui venivano ricostruiti oltre 300 episodi.
Oltre a S.E., sono finiti in carcere ad Alessandria i connazionali T.K. e G.J. rispettivamente di 39 e 29 anni, mentre per R.R., 56enne di nazionalità italiana, anch’egli coinvolto nelle attività illecite, il G.I.P. ha ritenuto sufficiente la misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla P.G..