Fabio Chiaborelli ha i frutteti a Monleale, nel Tortonese, pesche e albicocche in particolare, e la crisi del settore la sta vivendo con conseguenze che si ripercuoto in modo drammatico sulla sua azienda.
Manca la domanda, vendite dimezzate rispetto alla campagna 2018 ma soprattutto prezzi in caduta libera.
“La situazione è difficile, poca richiesta e il prezzo inevitabilmente si abbassa pur di vendere il prodotto. La causa? Per le pesche la siccità, hanno un calibro troppo piccolo e il mercato non le vuole mentre per le albicocche si parla di superproduzione, mai tante come quest’anno. Conseguenza, ce ne sono troppe e il prezzo scende. Senza contare le decine di quintali che ogni giorno rimangono a terra nel frutteto”.
5 chili di grano per potersi pagare una bottiglietta di acqua al bar e 3 chili di frutta per un caffè. Il paragone non ha bisogno di molte parole ma rende perfettamente l’idea di come sopravviva il comparto in tutte le zone dello stivale, da Nord a Sud, dove gli agricoltori stanno facendo i conti con una difficile produzione a causa delle condizioni climatiche, sulla quale si innescano fenomeni speculativi e importazioni dall’estero che fanno crollare le quotazioni al di sotto dei costi.
Non è immune la nostra provincia dove, risparmiata per fortuna dagli ultimi eventi disastrosi che hanno colpito altre regioni, si trova però a dover fare i conti con la crisi, una deflazione che riguarda soprattutto pesche e albicocche pagate pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno. Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori negli Agrimercati, nei Mercati Coperti di Campagna Amica o in azienda.
“Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori”, hanno affermato il presidente e il direttore di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – “occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni e combattere il business delle Agromafie che punta a distruggere la concorrenza ed il libero mercato legale soffocando l’imprenditoria onesta, compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy”.