I dati sulla diffusione degli psicofarmaci in Italia sono parziali e vanno letti con cautela, la percentuale si aggira sul 20% della popolazione. Dall’ultima relazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che ha preso in considerazione il triennio dal 2015 al 2017, risulta che il consumo di psicofarmaci è rimasto in questo periodo pressoché invariato, registrando una stabilizzazione dopo la crescita netta del primo decennio degli anni 2000. La maggior parte dei consumatori sono donne; i gruppi più coinvolti sono casalinghe, pensionati e disoccupati. Nel mondo ai primi posti ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Nuova Zelanda e Canada.