Sono circa settecento su un totale di oltre tremila interventi di protesi d’anca: si tratta degli impianti protesici a stelo corto con preservazione del collo femorale eseguiti da Marco Schiraldi e dallo staff di Ortopedia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria negli ultimi dieci anni, uno dei reparti che può vantare in Italia maggiore esperienza in Italia in questo settore di attività.
Negli ultimi anni la chirurgia protesica dell’anca si è evoluta, il chirurgo dispone di tecniche operatorie sempre più raffinate che permettono di effettuare interventi con sempre maggiore sicurezza, su pazienti sempre più difficili e con notevole risparmio delle strutture anatomiche (tecnica mini-invasiva).
Schiraldi spiega: “L’utilizzo di impianti a stelo corto è in prima battuta una scelta tecnica, ma da questa scelta il chirurgo può ottenere un maggiore “risparmio” di tessuto osseo, anche alla luce della preservazione del collo femorale, che tiene conto del processo di invecchiamento del paziente: dal tessuto all’osteoporosi, ma anche alla stabilità della protesi, il dolore che potrebbe provocare dopo dieci dall’inserimento. Questo perché le protesi sono usate anche su pazienti più giovani che hanno necessità di intervento a causa di “usura”, penso agli sportivi in particolare”. A proposito della protesizzazione del ginocchio, all’ospedale di Alessandria si effettua una chirurgia diversificata dell’artrosi del ginocchio in linea con i centri più all’avanguardia: va ricordato che la chirurgia protesica è la chirurgia sostitutiva delle articolazioni, finalizzata alla sostituzione totale o parziale di un’articolazione ormai alterata da patologie degenerative artrosiche o infiammatorie artritiche, in alcuni casi di tipo traumatico.
L’Ortopedia segnala – l’ultimo caso è stato effettuato in questi giorni – interventi differenziati di protesizzazioni parziali e totali di ginocchio, con la preservazione di tutti i legamenti: su questo specifico argomento la struttura è riferimento per la formazione dei chirurgi che vengono ad imparare questa specifica metodica. Inoltre, la struttura diretta da Schiraldi è stata la prima in Italia due anni fa ad utilizzare i sensori per il bilanciamento legamentoso, che spiega: “è fondamentale negli interventi al ginocchio da un lato preservare il più possibile il tessuto sano per favorire il percorso riabilitativo, con la possibilità di dare il prima possibile una mobilità all’articolazione”.