Il tempo è vita: ci sono casi in cui non è uno slogan!
Nel trattamento dell’ictus “l’esecuzione della trombolisi effettuata nel minor tempo possibile presso
la Stroke Unit permette un miglioramento delle condizioni del paziente, con riduzione della
disabilità correlata alla patologia”, spiegano Luigi Ruiz e Delfina Ferrandi, rispettivamente
direttore e dirigente medico della struttura di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.
Nell’ottica di un monitoraggio dei tempi di realizzazione della trombolisi e del costante
miglioramento delle attività correlate al percorso, è stata organizzata la simulazione del percorso
ictus da parte dello staff – multidisciplinare – che prende in carico il paziente, fin dal suo arrivo in
ospedale con il 118, all’accoglienza in triage e quindi sottoposto alle procedure diagnostiche
e terapeutiche. Iniziativa organizzata dalla Neurologia con il supporto del Progetto Internazionale
“Angels Initiative” che ha l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza nel trattamento dell’ictus
attraverso l’ottimizzazione e la standardizzazione dei percorsi e delle procedure intraospedaliere.
“Ricordiamo – continuano Ruiz e Ferrandi – che l’Azienda Ospedaliera ha già un tempo
considerato buono: circa la metà dei pazienti inizia la terapia trombolitica all’incirca entro 60
minuti dall’arrivo in ospedale. Ma il nostro obiettivo è quello di ridurlo ulteriormente, per rendere
il percorso più rapido ed efficace. Il nostro ospedale ha una maturato una buona esperienza
nell’utilizzo della trombolisi endovenosa nel trattamento dell’ictus ischemico in fase acuta, che
viene utilizzata da molti anni; recentemente è stata introdotta anche la trombectomia meccanica
che permette di disostruire l’arteria occlusa attraverso un approccio endovascolare”.
Sempre in linea con le azioni finalizzate al miglioramento, la Neurologia organizza sabato 19
maggio all’Hospice il Gelso il convegno “L’ictus ischemico: la realtà alessandrina”. L’evento
sarà un’occasione di scambio fra le figure professionali coinvolte nel percorso (medici e infermieri
del 118, DEA, neurologia, radiologia, rianimazione, fisiatria, medicina di base), con la
partecipazione anche dell’ASL, e avrà tra gli obiettivi quello di implementare il lavoro di equipe
che è uno degli aspetti fondamentali nel trattamento dell’ictus ischemico.