Il weekend cinematografico a ridosso di inizio primavera ci propone – quasi una sorta di anteprima pasquale – il bel film di Garth Davis (giovane regista australiano al suo secondo lungometraggio dopo Lion, candidato nel 2017 a sei premi Oscar) Maria Maddalena, che restituisce sullo schermo senza reticenze né censure la storia di una fra le prime seguaci di Gesù di Nazareth. Rooney Mara (la Lisbeth Salander di Millennium-Uomini che odiano le donne, la Therese di Carol), bravissima, intensa e commovente, si cala totalmente nelle vesti di una figura femminile appassionata, anticonformista e ardente nella fede, molto al di là e al di sopra della rappresentazione tradizionale fornita dalla Chiesa nei secoli. La vicenda terrena e mistica di Gesù, il profeta venuto da Nazareth (un meraviglioso Joaquin Phoenix, sempre più istrionico, dalla recitazione limpida e dolorosa), viene narrata attraverso lo sguardo coraggioso, aperto, non offuscato di questa donna, nella straordinarietà del suo essere simbolo di tempi nuovi per il pensiero e lo spirito. Davis abbandona qualsiasi tentazione agiografica per raccontare da una prospettiva laica, carnale, umana ma rispettosa del mistero e del sacro, un’altissima esperienza di vita, un’esperimento di comunità sociale rivoluzionario e tragico, perché immerso in un tempo e in un luogo non ancora pronti a comprenderlo.
Nicolas Bedos (al pari di Davis giovane) regista, scrittore, drammaturgo, artista francese (figlio del carismatico Guy Bedos, grande commediante amico di Jean-Paul Belmondo, e di una sceneggiatrice) dalla comicità feroce, firma, dirige e interpreta, insieme alla compagna di vita Dora Tillier, Monsieur & Madame Adelman, in italiano Un amore sopra le righe, il racconto di oltre un quarantennio di vita di una coppia, Victor e Sarah. La narrazione è retrospettiva, Victor Adelman (Bedos), celebre scrittore, è appena scomparso ed è la vedova Sarah (Tillier) a ricostruire, di fronte a un giornalista, le tappe a volte turbolente della loro storia d’amore, dal lontano 1971 in poi. I due personaggi attraversano tutte le fasi canoniche dell’evoluzione di un rapporto sentimentale, dall’idillio iniziale, quando Victor è ancora soltanto uno sconosciuto scrittore squattrinato e ambizioso in conflitto con la sua famiglia, di orientamento cattolico, e Sarah una studentessa ebrea di lettere; all’assestamento mediano, fatto di una quotidianità condivisa, di successi e insuccessi, figli, qualche conflitto, alcune recriminazioni; sino ad arrivare (in certi casi) alla crisi, alla rottura, al tradimento non solo fisico e, in ultimo, alla riconciliazione. Una storia qualunque e, nello stesso tempo, come tutte le storie d’amore, profondamente diversa da ogni altra. Sospeso tra commedia romantica e melodramma, a tratti un po’ caricaturale, Un amore sopra le righe ci racconta il nostro tempo, i cambiamenti del costume e della società, della mentalità e del sentire, attraverso le altalene emotive, le difficoltà e le complessità dell’esistenza a due. Come in uno specchio, d’arte, di vita.
Barbara Rossi