Nel tardo pomeriggio di ieri, tra Novi Ligure (AL) e Serravalle Scrivia (AL), i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Alessandria, al termine di protratte e articolate indagini e ricerche, localizzavano e traevano in arresto, in esecuzione di ordinanza di applicazione in rinnovazione di misura cautelare coercitiva emessa il 9 novembre dal GIP del Tribunale di Alessandria, CARUSO Fioramante, 35enne di Serravalle Scrivia (AL), censurato, avvisato orale, già arrestato lo scorso 9 ottobre, unitamente ad altre 14 persone tra le quali anche due pubblici ufficiali, nell’ambito dell’operazione “BAD GUYS” condotta dai Carabinieri di Alessandria.
Diversi erano stati i reati contestati agli arrestati, dall’estorsione all’incendio, dalla violenza privata al falso ideologico commesso sia dal pubblico ufficiale che dal privato in atti pubblici; dall’intestazione fittizia di beni/trasferimento fraudolento di valori al favoreggiamento della permanenza illegale del cittadino extracomunitario nel territorio dello Stato, tutti in forma aggravata.
Le indagini, avviate sin dal mese di febbraio del 2016, a seguito dell’arresto di 4 persone autrici di alcune estorsioni ai danni di operatori economici alessandrini, hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo variamente articolato di soggetti, operanti stabilmente tra l’alessandrino e il novese, che vede tra le figure di spicco, per l’appunto, quella di CARUSO Fioramante, già assurto alla ribalta delle cronache nel 2012, in quanto citato tra le carte dell’inchiesta condotta all’epoca dalla procura di cremona sul “calcioscommesse”.
Ciononostante, l’uomo era stato scarcerato il 3 novembre successivo a causa di tardiva notificazione all’avvocato difensore da parte del Tribunale del Riesame di Torino, rendendosi immediatamente irreperibile. Tuttavia, le indagini, mai interrotte, consentivano ai militari di porsi tempestivamente sulle sue tracce e di localizzarlo, dapprima oltre confine, in Francia, dove CARUSO vantava evidentemente vecchie conoscenze in grado di favorirne quella che sarebbe diventata da ieri la sua latitanza, successivamente nel luogo ove i militari lo hanno bloccato e tratto nuovamente in arresto.
Nel frattempo, sia grazie alla pregressa ingente mole di risultanze prodotte dagli investigatori, coordinati dal Sost. Proc. di Alessandria dr.ssa BOSCO, che avevano portato all’emissione della prima OCCC, sia grazie alle indagini e alle ricerche del prevenuto condotte, anche oltre confine, successivamente alla sua inaspettata scarcerazione, il GIP del Tribunale di Alessandria ha potuto approntare un’ordinanza con la quale è stata rinnovata la precedente.
Al riguardo non si può non sottolineare la particolarità del provvedimento in questione, che il codice di procedura penale consente solo in caso di eccezionali esigenze che fanno ritenere necessario cautelare la collettività dal pericolo che per essa rappresenta il soggetto che ne viene colpito, in questo caso CARUSO Fioramante, a carico del quale erano già stati raccolti tanti e tali elementi che di per se stessi avrebbero consentito al Giudice di rinnovare la misura cautelare in precedenza emessa ma venuta meno per il cennato difetto di notifica. Elementi che hanno determinato il Giudice a ritenere che il CARUSO Fioramante sarebbe elemento solito risolvere le questioni che gli si presentano con la forza dell’intimidazione o con il passaggio a vie di fatto, la cui condotta di vita si atteggia esclusivamente come funzionale alla commissione di illeciti penali tanto che, anche le apparenti attività imprenditoriali lecite (ristorazione e rivendita di autovetture) sono connotate dalla violazione di norme penali. Elementi, quelli successivamente prodotti dai Carabinieri, che hanno altresì indotto il Giudice a ritenere che il prevenuto, sebbene ristretto in carcere, avesse continuato a dare indicazione su come nascondere i proventi delle sue attività illecite oppure avesse cercato di inquinare le prove a suo carico, coinvolgendo in tali attività persino i figli minori oltre alla compagna, coindagata, e alla madre.
Per tali ragioni, sintomatiche del suo spessore criminale, il Giudice ha infine ritenuto di applicare nei suoi confronti, quale unica misura proporzionata alla gravità dei fatti, quella della custodia cautelare in carcere. Espletate le formalità di rito, CARUSO è stato nuovamente rinchiuso nelle carceri di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.