Lunedì 22 maggio, alle ore 17.45, presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale (P.zza Matteotti, 9, Genova), la Fondazione Giorgio e Lilli Devoto e l’Associazione San Torpete organizzano, in collaborazione con la Fondazione di Palazzo Ducale, un concerto-lettura per commemorare i 120 anni della nascita di Eugenio Montale, con l’intervento di giovani attori della Scuola di Recitazione Mariangela Melato dello Stabile di Genova (Giuseppe Brunetti, Fabrizio Costella, Riccardo Marinari) e compiendo un excursus nei versi del poeta ligure che spaziano dalla sua prima raccolta, Ossi di seppia fino a Quaderno di quattro anni. Ingresso libero. Per informazioni: www.palazzoducale.genova.it
Le poesie saranno accompagnate dalle musiche eseguite dal vivo da Marcello Bagnasco, liuto e tiorba; Silvia Manfredi, flauti e clarinetto; Enrica Bruno, voce.
I brani musicali scelti sono:
Robert Johnson (1583 – 1633), Have you seen but a white lily grow (da “The Deviis an Ass”)
Guillaume de Machaut (1300 ca. – 1377), Quand je suis mis au retour (virelai) ; Douce dame jolie (virelai)
Flor Peeters (1903-1986), elaborazione novecentesca dell’inno pasquale di fine ‘400 O filii et filiae
Martin Codax, Quantas sabedes amar amigo (dalle “Canciones de Amigo”)
Re Alfonso „El Sabio“, Cantiga de Santa Maria (n. 353)
John Dowland (1563-1626), Would my conceit (canzone dal “The first book of ayres”)
Dietrich Buxtehude (1637-1707), Gute Nacht, o Wesen (da cantata “Was mich auf dieser Welt betrübt”, Bux WV 105)
Eugenio Montale, premio Nobel per la Letteratura (1975) e senatore a vita nominato dall’allora Presidente della Repubblica Antonio Saragat, nacque a Genova il 12 ottobre 1896.
È oramai considerato a giusto titolo uno dei più importanti poeti del ‘900 non solo italiano ma europeo. L’argomento della mia poesia (…) è la condizione umana in sé considerata: non questo o quell’ avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi da quanto avviene nel mondo; significa solo coscienza, e volontà, di non scambiare l’essenziale col transitorio (…). Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia ispirazione non poteva essere che quella disarmonia. Così ebbe a rispondere a una domanda nel corso di una intervista fattagli in occasione del Nobel.
Montale, dopo l’uscita nel 1925 di “Ossi di seppia”, si trasferisce a Firenze nel 1927, dove lavora per l’editore Bemporad e nel 1929 assume l’incarico di direttore del Gabinetto Wieusseux, da dove verrà allontanato nel 1938 per non essersi iscritto al Partito fascista.
Dal 1948 vive a Milano lavorando al “Corriere della Sera“, dove si occuperà di critica musicale. La musica e il bel canto furono l’altra sua grande passione e da giovanissimo accarezzò l’idea di diventare cantante lirico. Sul “Corriere” apparvero anche reportage culturali e scrisse altresì sulla terza pagina del quotidiano milanese.
Morì il 12 settembre 1981, un mese prima di compiere 85 anni.
Barbara Rossi