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“Uniamo le sponde” è lo slogan dell’evento che ogni anno, a maggio, raduna tutti gli sportivi alessandrini per svolgere una corsa all’insegna della solidarietà: la StrAlessandria.

Il motto sfrutta la metafora del ponte Meier (che unisce la Cittadella con la Città) per rappresentare nuovi legami. La manifestazione di quest’anno, infatti, ha avuto l’obiettivo di favorire l’integrazione di tutti e l’ha fatto anche offrendo la possibilità di partecipare ad interessanti dimostrazioni sportive da parte di atleti disabili. Questo per incoraggiare anche chi, pur in possesso di una disabilità, nutre ancora passione e dedizione nei confronti dello sport.

Cinque euro il costo della maglietta e dell’iscrizione che, ovviamente, saranno devoluti in beneficienza. Ma si conoscono veramente i destinatari della raccolta fondi?
Il ricavato della corsa ha l’obiettivo di finanziare progetti d solidarietà, da qui il motto “Uniamo le sponde”. Questi progetti si trovano nella nostra realtà cittadina e sono molteplici.

“Mio fratello maggiore”, per esempio, è un servizio socio-assistenziale di Alessandria che si rivolge a ragazzi e bambini che possiedono alcune difficoltà scolastiche, siano esse dovute a problemi di apprendimento, o criticità sorte da una situazione familiare instabile. I “professori” de “Mio fratello maggiore” sono alcuni ragazzi delle scuole superiori che, al termine dell’anno scolastico, riceveranno un premio economico e saranno loro riconosciuti crediti formativi.

I progetti a cui la StrAlessandria presta sostegno non terminano qui, perché essa si rivolge anche alla cooperazione internazionale per il contrasto della devianza e del terrorismo. Ad occuparsi di tutte le iniziative di questo ambito è il centro culturale “Les Etoiles di Casablanca”. Con questo progetto si è costruito un ponte immaginario che collega Alessandria con Casablanca. Dopo gli attacchi terroristici avvenuti nel 2003, infatti, è stato avviato un percorso di sostegno e di protezione ai minori di Casablanca, in Marocco.

Altro obiettivo della raccolta fondi è permettere l’integrazione lavorativa delle persone richiedenti asilo, con laboratori di sartoria e tessitura, corsi di lingue e di accudimento della persona, tutti gestiti da personale esperto. Anche questo progetto sociale ha lo scopo di costruire un ponte per abbattere le barriere mentali. Un ponte le cui sponde sono le culture, tanto diverse quanto simili tra loro.

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